Continua il programma dei festeggiamenti in onore del patrono di Comiso, San Biagio. Prosegue, per tutto il mese di luglio, la santa messa delle 9 mentre alle 18,30 è in programma la recita del Rosario e la coroncina di San Biagio. Alle 19 la celebrazione eucaristica. Oggi, alle 19, ci sarà la santa messa presieduta da don Biagio Aprile e animata dalla comunità parrocchiale Maria Santissima Annunziata. Domani, mercoledì 9 luglio, è in programma la celebrazione eucaristica presieduta da don Girolamo Alessi e animata dalla comunità parrocchiale Santi Apostoli. Giovedì 10 luglio, invece, la santa messa delle 19 sarà presieduta da don Mauro Nicosia e animata dalla comunità parrocchiale Santa Maria delle Grazie. Alle 20 si terrà l’adorazione eucaristica comunitaria. Venerdì 11 luglio, inoltre, la celebrazione eucaristica delle 19 sarà presieduta da don Enzo Barrano e animata dalla comunità parrocchiale Sant’Antonio di Padova.
Il sacerdote Fabio Stracquadaini, rettore della chiesa di San Biagio, ricorda che nell’anno giubilare chi parteciperà al “viaggio” sarà chiamato ad essere segno tangibile di speranza. “San Biagio modello di speranza e amore – chiarisce il sacerdote Stracquadaini – guidi tutti in questo cammino, a volte difficile e faticoso affinché possiamo crescere umanamente e spiritualmente, personalmente e comunitariamente”. Per quanto riguarda le celebrazioni, c’è il sostegno mediatico di Gali group trasporti e logistica di Ispica che esalta le caratteristiche identitarie della festa. Vissuto tra il III e il IV secolo nella città di Sebaste, in Armenia (Asia Minore), Biagio esercitava la professione di medico prima di essere nominato vescovo della sua comunità. Durante le persecuzioni religiose, fu arrestato dai Romani e, avendo rifiutato di abiurare la fede cristiana, venne torturato con strumenti simili a pettini di ferro impiegati nella cardatura. La morte del santo, avvenuta per decapitazione intorno al 316, si colloca pochi anni dopo l’editto di Milano (313). Secondo alcune interpretazioni, si inserisce nel contesto delle tensioni tra Costantino I e Licinio, che determinarono nuove ondate persecutorie, specialmente verso i vescovi.