“Quando qualche mese fa ad Ispica un signore, poi identificato, ha imbrattato la base della statua della Resistenza, unanime si è levata una voce di indignazione da parte delle istituzioni, della politica, delle associazioni e della società civile. Si è anche proceduto a denunciare il fatto alle autorità, volendo, tra le altre cose, rimarcare in questo modo l’importanza dell’effige che, posta in piazza Unità d’Italia, al centro di Ispica, richiama i valori di quella esperienza generatrice di libertà e di democrazia che si pone a fondamento della nostra Carta costituzionale e della nostra Repubblica”. Così il Mosaico delle Corresponsabilità in una nota.
“Anche questa estate, però, perché non è la prima volta – prosegue la nota – si è ritenuto opportuno installare il palco per le manifestazioni estive proprio davanti la statua della resistenza. Dinanzi all’immagine che oggi ci offre la nostra piazza, dove la Resistenza, mortificata alle spalle del palco, da centrale diventa marginale, ci chiediamo cosa sia più grave, se il gesto istintivo di uno sprovveduto o la scelta ragionata di una amministrazione che da anni perpetra questa modalità, sostenuta, se escludiamo la “voce nel deserto” di qualche novello Giovanni Battista, da un silenzio generale. In un periodo come quello che stiamo attraversando, in cui i sistemi democratici sono nettamente in crisi a motivo delle forti spinte autoritarie che da più parti cercano di conquistare terreno, custodire il valore della Resistenza, quindi anche i simboli che la rappresentano, per tutti noi è una priorità assoluta”.
“A quanto pare, però, per alcuni dei nostri politici – è detto ancora – non si tratta di un tema che possa interessare la cittadinanza. Noi, però, non crediamo sia così! I cittadini di Ispica sono per lo più delusi e sfiduciati, non di certo disinteressati. E comunque secondo questo modo di ragionare è come se la politica non avesse anche un ruolo educativo. Immaginate cosa sarebbe se due genitori decidessero di affrontare con i propri figli solo i temi che questi ultimi gradiscono, interessati solo a ricevere il consenso da parte della loro prole”.
“A proposito del ruolo educativo della politica e delle istituzioni, le azioni che queste pongono in essere nelle comunità hanno una grande influenza sui cittadini tanto da risultare esemplari. Per cui attenzione, perché da questa prassi, per nulla edificante, potrebbe passare un messaggio del tipo: “anche voi potete trattate la statua della Resistenza male, come la stiamo trattando noi”. Per questo motivo la prossima volta che qualcuno vandalizzerà il nostro “amato” monumento, prima di denunciare il reo di turno, alla politica e alle istituzioni locali toccherebbe esprimere un doveroso e pubblico “Mea culpa”. E, in tutto ciò, alla nostra “amata” Resistenza non resta altro che continuare a resistere”.