Ha preso il via davanti al Tribunale collegiale di Ragusa il processo per i titolari della casa di riposo “Villa Ortensia”, Margherita Di Raimondo, e il compagno, Salvatore Germanà (nella foto), ed altri sette imputati denunciati a piede libero. L’avvocato Giuseppe Lipera del Foro di Catania difensore dei coniugi insieme all’avvocato Enza Forte, in apertura ha eccepito la nullità del decreto che ha disposto il giudizio, perché emesso da un Gup nei cui confronti pendeva una istanza di ricusazione, ancora sottoposta al vaglio della corte suprema di Cassazione.
In seguito, le parti hanno fatto le richieste di prova e l’avvocato Lipera ha presentato istanza per la liberazione degli imputati, agli arresti domiciliari da oltre 8 mesi. Le parti civili non si sono opposte, mentre il pm d’udienza, Gaetano Scollo, si è riservato di provvedere per il parere.
Il Tribunale (presidente Vincenzo Ignaccolo, a latere Maria Rabini e Laura Ghidotti) ha quindi rinviato i lavori al 17 ottobre per il conferimento dell’incarico al perito per la trascrizione delle intercettazioni telefoniche, una delle fonti di prove primarie della pubblica accusa. Per quanto riguarda la nullità del rinvio a giudizio perché pende in Cassazione la ricusazione del gup, il collegio ha respinto la richiesta perché non è una sentenza ma un decreto ed il giudice poteva emetterlo. Accolte, tutte le richieste di prova delle parti in causa.
I coniugi sono finiti agli arresti domiciliari il 7 gennaio scorso nell’ambito dell’inchiesta dei Nas dei carabinieri di Ragusa per maltrattamenti ed abbandono di persona incapace. Tutte le istanze di revoca della misura cautelare avanzate dalla difesa finora sono state rigettate. Gli avvocati difensori Giuseppe Lipera e Vincenza Forte hanno chiesto più volte la revoca degli arresti domiciliari «per la totale assenza di esigenze cautelari: assenza del pericolo di fuga, mancanza di possibilità di inquinare le prove e di reiterare il reato perché la casa di riposo è sotto sequestro».
Le parti offese si sono costituite parti civili con gli avvocati Michele Sbezzi, Claudio Zago, Francesco Gurrieri, Giuseppe Frasca ed Angelo Modica. A difesa degli imputati, oltre ai citati Lipera e Forte, anche gli avvocati Enrico Cultrone, Fabrizio Cavallo, Alessandro Agnello, Vanessa Alecci, Rosario Schembari e Pasqualino Cilia.