Fischi ed urla dal popolo della Sinistra per Emanuele Dipasquale detto Nello, deputato regionale, che stamattina pretendeva di intervenire alla manifestazione di studenti e lavoratori, che si è conclusa con un comizio a piazza Poste, proprio accanto al monumento ai Caduti, che ricorda quanto la guerra sia foriera solo di morte e di dolore.
La Destra, manco a dirsi, non si fa vedere e sentire. Partecipa Cassì come sindaco, ma non parla. Interviene invece il vicesindaco di Vittoria, uomo di Sinistra, che da giovane spesso parlava di Palestina libera. Parla con il cuore e con la mente. Viene applaudito. Interviene anche Schininà che oggi è segretario del Partito democratico, ma che è stato in passato anche consigliere comunale di Sinistra. Anche lui viene digerito dal popolo della Sinistra e viene applaudito.
Parla infine Nello Dipasquale. Apriti cielo. Il popolo della Sinistra ha i suoi riti, ha la sua religione. E’ un popolo antifascista, proletario ed ha memoria storica dei fatti, delle vicende politiche. E soprattutto non perdona. Dipasquale era convinto di parlare ai suoi amici e fedeli sostenitori, che lo hanno seguito migrando da Forza Italia, suo partito di provenienza, e che voterebbero per lui anche se andasse nella Lega Nord. Ed invece erano persone che manifestamente lo avversavano, anche senza averlo fatto parlare.
Perché di fatto non ha avuto il tempo di completare un pensiero logico e completo. Fin dalle prime battute è stato avversato. Dipasquale si è formato nella Democrazia Cristiana. Dopo essere stato lanciato in politica dall’on. Alfredo Gurrieri, che all’epoca dei fatti era anche assessore regionale agli Enti locali, Dipasquale cambiò corrente politica e si schierò con un altro grande democristiano: Raffaele Lombardo. Raffaele sempre attento ai giovani promettenti, gli offrì la poltrona di segretario regionale dei Giovani Democratici cristiani, che lui rivestì per qualche anno. Poi alle regionali chiese di essere candidato al posto di Alfredo Gurrieri.
Al diniego posto dai seguaci di Alfredo Gurrieri che lo additavano come un traditore, Dipasquale rispose cambiando casacca per andare in Forza Italia. Il partito degli azzurri gli garantì un posto al sole adeguato: presidente del Consiglio provinciale e, di seguito, sindaco di Ragusa. Dopo, la sua ascesa alla Regione lo vede partecipe di un secondo cambio di casacca. Dipasquale infatti entra nel Partito democratico. L’abito della Sinistra gli sta un poco stretto, ma se lo fa bastare. Nel tempo ci ha preso gusto. Interviene con un tono da censore, in Regione, dove tuttavia non disdegna di fare comunella con i suoi amici di Destra.
Si rivolge, in aula, al presidente Schifani con toni sprezzanti e molto violenti. Dipasquale è molto vicino al presidente Galvagno, è molto vicino anche ad altri ambienti di Destra. Quanto accaduto stamattina certamente dispiace, e di questo facciamo piena ed incondizionata testimonianza a favore della democrazia. Dipasquale aveva il diritto di esprimere il suo pensiero. Poi si poteva anche non applaudirlo, ma negargli di fare passerella non è stata una cosa carina.
Ma purtroppo il linguaggio della politica si è involgarito. E di questo dobbiamo fare ammenda tutti: primo di tutti lo stesso Dipasquale. Sono sicuramente fatti brutti che caratterizzano una fase che stiamo vivendo ricca di tensioni e di scontri verbali. Abbassare i toni, imparare ad ascoltarsi, evitare di usare l’informazione come una pistola: è questo quello che dovremmo fare. Spiace e condanniamo l’episodio augurando sempre al deputato regionale di potere esprimere il suo pensiero liberamente anche tramite la nostra testata che resta sempre aperta al pensiero di tutti.