Una vicenda dai contorni inquietanti scuote la comunità di Pozzallo e accende i riflettori sulla microcriminalità minorile. Protagonisti un gruppo di ragazzi, uno dei quali avrebbe rubato un motorino a un coetaneo, per poi passare al ricatto, chiedendo denaro in cambio della restituzione del mezzo.
I fatti sono avvenuti di notte: un ragazzo, a volto scoperto, ha portato via uno scooter lasciato in sosta dal proprietario, ignaro (o forse incurante) di essere ripreso da una telecamera di sorveglianza.
Quest’ultimo si è accorto la mattina successiva del furto ed ha preso ad “investigare”, trovando delle telecamere del posto, pare private. Il proprietario del mezzo, dopo aver visionato le immagini e aver riconosciuto il presunto ladro, lo ha affrontato per chiedere spiegazioni e, soprattutto, la restituzione del ciclomotore. La risposta, però, è stata sconvolgente: “O mi dai 350 euro o lo smonto e rivendo i pezzi”. Un vero e proprio ricatto, con dinamiche tipiche del cosiddetto “cavallo di ritorno”.
La questione ha fatto il giro della città in men che non si dica e fa emergere un fenomeno sempre più diffuso: ragazzi poco più che bambini che si muovono nel contesto di dinamiche criminali fino a poco tempo fa appannaggio degli adulti.