Compariranno davanti alla Corte d’Assise di Siracusa il prossimo 14 ottobre tre persone, due italiani e uno straniero, con l’accusa di sequestro di persona e altri gravi reati. I tre, insieme a un quarto imputato che ha scelto il rito abbreviato, sono al centro di un processo che affonda le sue radici in una complessa vicenda di droga, violenza e sequestri avvenuti a Scicli il 20 Giugno dello scorso anno.
Secondo l’accusa, coordinata dalle Procure di Catania (ordinaria e per i Minorenni), l’intera vicenda si sarebbe scatenata a seguito del furto di quattro chili di hashish, del valore di circa 15.000 euro, avvenuto a Modica il 19 giugno 2024. Per recuperare il denaro e vendicarsi, un commando di otto persone, tutte di Siracusa e armate di pistole, si sarebbe recato a Scicli il giorno successivo.
A Scicli, il gruppo avrebbe bloccato, picchiato e minacciato con le armi due giovani, di cui uno minorenne, per poi rilasciarli. Subito dopo, nel quartiere Jungi, il commando avrebbe individuato e sequestrato la persona che ritenevano responsabile del furto. Il giovane, caricato con violenza su una delle loro auto, sarebbe stato trasportato a Siracusa.
Durante la fuga, un cugino del sequestrato, nel tentativo di difenderlo, è stato ferito a una gamba da un colpo d’arma da fuoco. Anche l’ostaggio, nel tentativo disperato di gettarsi dall’auto in corsa, è stato colpito alla spalla da un proiettile. Giunti a Siracusa, il giovane è stato rinchiuso in un appartamento in Via Privitera, nel quartiere Santa Lucia, utilizzato come covo per lo spaccio.
La vicenda ha avuto una svolta con l’intervento del Gruppo d’Intervento Speciale (GIS) dei Carabinieri, resosi necessario per liberare l’ostaggio e neutralizzare la situazione. L’operazione ha portato all’arresto in flagranza di uno dei carcerieri e al sequestro di una pistola.
Le indagini successive, condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Modica in collaborazione con i Carabinieri di Siracusa, hanno permesso di ricostruire la dinamica dei fatti, di identificare il gruppo criminale e di delineare il movente del sequestro, ovvero la ritorsione per la droga rubata. Le prove raccolte, tra cui testimonianze e analisi di video di sorveglianza, hanno portato all’emissione dei provvedimenti restrittivi.