La splendida cornice della biblioteca Scarabelli di Caltanissetta ha ospitato la XX Giornata nazionale del cane guida, un evento ricco di emozioni e significati promosso dall’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti. Alla manifestazione ha partecipato con entusiasmo anche una delegazione dell’Uici di Ragusa, guidata dal presidente Salvatore Albani. «Partecipare a questa giornata – ha dichiarato il presidente Albani – significa ribadire con forza il valore insostituibile del cane guida nella vita di una persona non vedente. Non si tratta solo di un supporto per la mobilità, ma di un vero compagno di vita che rappresenta autonomia, dignità e libertà. In questa occasione, abbiamo celebrato non solo questi straordinari animali, ma anche il coraggio e la determinazione delle persone che, grazie a loro, affrontano ogni giorno il mondo con fiducia».

L’evento, organizzato dall’Uici di Caltanissetta sotto la guida di Francesca Panzica, ha visto la partecipazione di figure istituzionali di rilievo come la presidente regionale Uici Sicilia Francesca Oliveri, il presidente della Scuola per cani guida Helen Keller di Messina Giuseppe Vitello e il sindaco di Caltanissetta. Momenti di grande intensità sono stati offerti dalle testimonianze di persone non vedenti accompagnate dai loro fedeli cani guida, storie che hanno toccato nel profondo i presenti, dimostrando quanto affetto e fiducia reciproci possano trasformare la quotidianità. Un ruolo speciale è stato riservato ai giovani delle scuole di Caltanissetta, che hanno realizzato splendidi disegni sul tema “La libertà offerta dal cane guida”. «Vedere l’entusiasmo e la sensibilità di questi ragazzi – ha aggiunto Albani – ci fa capire quanto sia importante seminare sin da piccoli i valori dell’inclusione e del rispetto per la diversità». La XX Giornata nazionale del cane guida non è stata solo un momento celebrativo, ma un impegno rinnovato verso una società sempre più inclusiva. «L’Uici di Ragusa continua a lavorare ogni giorno per abbattere le barriere, non solo fisiche, ma anche culturali – ha concluso Albani – perché la vera autonomia nasce da una comunità capace di vedere oltre le apparenze e di valorizzare ogni individuo».

 
			 
		     
                                






