Ragusa guadagna nove posizioni nella nuova indagine sulla qualità della vita 2025 di ItaliaOggi e Ital Communications, passando al 78° posto su 107 province italiane. Un progresso significativo in termini relativi, frutto anche del rallentamento di altre realtà, che però non cambia la sostanza: la penalizzazione resta per quanto riguarda le criticità croniche nei trasporti, nelle infrastrutture, nei servizi alla persona e nei livelli di reddito.
La crescita riguarda soprattutto i comparti legati a turismo e cultura e alcuni segnali di dinamismo economico, ma il distacco dal Centro-Nord rimane ampio. Il miglioramento, dunque, indica più un assestamento generale della classifica che un salto di qualità strutturale.
Il quadro dell’Isola resta sconfortante: nove province su nove si collocano negli ultimi venti posti. Dopo Ragusa (78ª), prima siciliana, e Messina (90ª), la classifica prosegue con Trapani (91ª), Enna (96ª), Palermo (99ª), Catania (100ª), Siracusa (102ª), Agrigento (103ª) e Caltanissetta, che chiude ancora una volta la graduatoria al 107° posto.
Il dato conferma una fragilità strutturale: la Sicilia resta uno dei territori con le maggiori difficoltà socio-economiche del Paese, insieme alla Calabria, dove Crotone (106ª) e Reggio Calabria (105ª) occupano anch’esse il fondo della classifica.
Il quadro nazionale: Milano ancora prima, Sud sempre più in difficoltà
A guidare la classifica 2025 è Milano, che si conferma al primo posto grazie alla forza del sistema produttivo, alla dotazione dei servizi e alla capacità di resistenza nelle fasi di crisi, nonostante una performance negativa sul fronte sicurezza. Sul podio anche Bolzano e Bologna.
In controtendenza Rimini e Ascoli Piceno, che guadagnano oltre venti posizioni. Tra le peggiori flessioni spiccano Foggia, che precipita dal 93° al 104° posto, Pordenone dal 9° al 23°, e Gorizia dal 26° al 52°.
La ricerca – articolata in nove dimensioni e 97 indicatori – fotografa un Paese sempre più diviso: qualità della vita “buona o accettabile” solo in 60 province su 107, dato in calo rispetto agli anni precedenti. Il gruppo meridionale e insulare è quello più penalizzato: solo L’Aquila riesce a collocarsi nel cluster superiore (qualità accettabile), mentre tutto il resto del Sud resta nelle fasce basse.










