È stato veramente bravo Ignazio Abbate. Non ha sbagliato nulla. Solo chi lo conosceva da vicino non aveva avuto dubbi, ma in tanti avevano temuto che si trattasse dell’ennesimo disperato tentativo di ricostruire le mura amiche di Luigi Sturzo. Destinato al solito fallimento.
Poi, invece, dopo il risultato entusiasmante delle regionali, quando tutti si aspettavano che da lì prendesse il largo verso i soliti lidi facili di centro destra, Abbate ha lavorato, con molta umiltà ma con grande determinazione, per rinforzare il legame con la dirigenza palermitana, con Cuffaro prioritariamente, e ha conquistato il consenso della classe dirigente dell’intera provincia.
Ha dimostrato a tutti che la politica è inclusione, abbraccio, accoglienza e servizio. Ha messo da parte i preconcetti personali per costruire un modello tutto democristiano della inclusività e che è alla base delle buone prassi operative democratiche, e ha ridato fiducia, onore ed orgoglio ad una classe politica che, da anni, era stata divisa, umiliata e fatta bersaglio dei populisti.
Abbate incassa, davanti al leader nazionale della DC, Totò Cuffaro, il caldo abbraccio e la gloria che gli tributa la sua gente, ma soprattutto i tanti dirigenti popolari che si sono ritrovati.
C’era tutta la squadra di Peppe Drago, i tanti uomini della componente giummarriana, c’erano i territori, che sono tutto il valore di Abbate, Giarratana, Comiso, Monterosso, Acate con il suo sindaco, l’avv. Gianfranco Fidone, ma anche con Giovanni Caruso, e poi c’erano tantissimi dirigenti e professionisti e medici dell’intera provincia.
Adesso occorre rinsaldare e gestire la forza ed il consenso fin qui maturato. Nel contempo, parte il conto alla rovescia per l’Assessorato. Adesso Ignazio merita di fare l’assessore regionale e portare alla provincia iblea quello che manca da tanti anni.