Conclusa la prima fase del progetto sulla riqualificazione fluviale e l’eliminazione degli sbarramenti lungo i fiumi proposto dalle associazioni iblee FIPSAS e Legambiente e selezionato nell’ambito del 4° Bando del programma europeo “Open Rivers” promosso dal Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale.
Ha preso il via anche a Ragusa l’attività di formazione relativa alla connettività fluviale ed all’eliminazione degli sbarramenti lungo i fiumi, promossa dal Centro di Riqualificazione Fluviale (CIRF) e finanziata dal programma europeo Open Rivers (https://openrivers.eu-) rivolta alle associazioni e agli enti locali impegnati a vario titolo nella riqualificazione ambientale.
Infatti, il progetto dal Circolo Legambiente ibleo e dalla FIPSAS Ragusa è rientrato tra le 6 proposte nazionali selezionate per avviare un’attività pilota volta al ripristino della connettività fluviale.
Oltre al bacino idrografico del fiume Irminio, gli altri distretti idrografici selezionati sono stati il fiume Tagliamento (Friuli Venezia Giulia), il torrente Massellone (Toscana), il fiume Flumendosa (Sardegna), il fiume Calore Irpino (Campania) e il fiume Potenza (Marche).
La prima fase, conclusasi a metà febbraio, ha visto la realizzazione di due giornate di formazione da remoto, durante le quali alcuni esperti del CIRF hanno presentato ai corsisti (volontari di Legambiente e FIPSAS nonché funzionari del Libero Consorzio Comunale di Ragusa) i vari aspetti – ecologici ma anche normativi – dell’ambiente fluviale, al fine di acquisire una visione d’insieme e conoscere le diverse strategie d’azione che è possibile attuare.
“Dalle sessioni di gruppo” ha dichiarato la biologa Monica Giampiccolo di Legambiente Ragusa“ è emerso che il problema degli sbarramenti lungo i fiumi interessa in vario modo un po’ tutte le realtà nazionali. Ci auguriamo che questo progetto riesca a sensibilizzare in modo capillare sia i cittadini che le Autorità di Bacino sulla salvaguardia dei nostri fiumi”.
Il passo successivo sarà quello di realizzare altri due incontri specifici con la realtà iblea per riuscire a pianificare al meglio gli interventi più idonei per il bacino dell’Irminio ed individuare il sottobacino più idoneo nel quale censire gli ostacoli longitudinali e trasversali e valutare i loro effetti sulla connettività.
“Grazie ai relatori che ci hanno spiegato in modo chiaro gli argomenti“ ha aggiunto Gianni Dimartino della FIPSAS Ragusa” abbiamo appreso informazioni utili a comprendere l’ambiente fluviale nel suo complesso. Questo ci sarà senz’altro utile per capire dove e come intervenire”.
Nel caso in cui si riuscisse infatti a individuare degli ostacoli potenzialmente eliminabili – in quanto non più in uso o particolarmente dannosi -, verrà infine pianificata la loro rimozione o mitigazione e la ricerca di fondi per finanziare l’esecuzione dei lavori.
La presidente del circolo Legambiente Ispica – Anna Alì – che ha seguito il corso, ha aggiunto “Da molti anni le associazioni ambientalistiche del ragusano sono impegnate sul territorio. Il nostro obiettivo è riuscire, nell’immediato, ad attuare un primo ripristino della connettività fluviale e di replicare al più presto ed in autonomia l’esperienza in altri siti”.