Alle imprese ragusane smaltire i rifiuti costa di più rispetto al resto della Sicilia, e questo danneggia l’economia e la capacità di concorrere liberamente e di stare sui mercati europei. A riproporre il tema della pressione fiscale a Ragusa è stato Nitto Rosso, che ha scelto di pubblicare un post sulla sua pagina facebook. “ Mi sono dato la regola del silenzio, perché condivido poco di questo stato di cose sia a livello nazionale, che regionale.” Dice Nitto Rosso , “Ma su alcuni temi occorre che i cittadini riprendano coscienza, perché diversamente di questo paese resterà ben poco. Recentemente, il Gruppo Insieme, e prima ancora anche altri grupppi politici, avevano rappresentato questa esigenza, ma probabilmente il Consiglio non ha compreso appieno l’importanza e ne ha fatto un motivo di contesa politica, facendo valere i numeri della maggioranza. Facciamone un tema orizzontale, bipartisan, e cerchiamo di fare qualcosa di concreto per le imprese, non solo chiacchere fumose che non portano a nulla. Adesso ci vogliono i fatti”. Abbiamo ripreso testualmente il post di Nitto Rosso, che vi riproponiamo per comprendere meglio i confini di questa richiesta “Nella zona industriale ci sono delle aziende che utilizzano le aree esterne per lo stoccaggio di materiali, per caricare e scaricare merci, per compiere attività utili, necessarie, indispensabili per portare avanti la propria impresa. Queste aziende pagano una tassa aggiuntiva perché il Comune di Ragusa considera queste aree esterne come aree produttive a tutti gli effetti, ed impone una tassa come se dalle aree esterne proviene una maggiore quantità di rifiuto. Ci sono parametri di equità e di adesione al dettato della legge, che certamente vanno ottemperati, però il Comune di Ragusa può stabilire delle percentuali di minimo e massimo dell’aliquota della tari. Una amministrazione attenta ai bisogni degli imprenditori, che vuole ridurre la distanza tra il centro commerciale dell’Europa, e la periferia dove ci troviamo, certamente riduce al minimo questa tassa, per non aumentare le spese degli imprenditori”, spiega Rosso e aggiunge: “Ogni aumento di spesa, significa aumento del prezzo del prodotto in vendita, riduzione del mercato, e contrazione dell’occupazione. Aumentare al massimo questa aliquota significa penalizzare ulteriormente le imprese di Ragusa, aumentare le loro spese, aumentare la distanza tra il mercato reale ed il prezzo di equilibrio delle imprese ragusane. Speriamo dunque che questa amministrazione che a parole si dice favorevole ai bisogni degli imprenditori riduca la percentuale al minimo, offra misure di sostegno reale per le imprese, eviti di disperdere risorse per comunicazioni inutili, per partecipare a fiere inutili e costose: utilizzate queste risorse per ridurre le tasse. Grazie in anticipo”.