Con riferimento ai sequestri di ingenti somme di denaro (circa 850 mila euro) e altri beni che hanno coinvolto nei mesi scorsi un imprenditore di Ragusa nonché un funzionario della Bapr, si segnala che in data 26 febbraio scorso, la Corte Suprema di Cassazione, sezione seconda, in accoglimento del ricorso degli avvocati Daniele Scrofani e Giusy Micieli, difensori dell’imprenditore, ha annullato i detti provvedimenti di sequestro, rinviando gli atti per una nuova valutazione al Tribunale di Ragusa che fisserà prossimamente apposita udienza.
Si smonta il castello dell’accusa che vede delegittimato il suo operato e che dovrà pertanto lavorare per ricostruire il tessuto probatorio, oltre che indiziario. Non si conoscono le motivazioni a fondamento del provvedimento, ma non c’è dubbio che a suffragio dell’accusa devono ancora arrivare altri elementi. In tal senso nella giornata di giovedì pomeriggio un vistoso drappello di uomini in divisa ha fatto ingresso in un locale pubblico, ritenuto luogo di abituale e familiare frequentazione da parte del prevenuto, alla ricerca di ulteriori elementi di reità. Poi le ricerche si sono spostante presso l’abitazione del prevenuto, dove le ricerche sono state effettuate con strumenti tecnici, metal detector e cani addestrati.
Gli avvocati difensori smentiscono che il sequestro abbia portato a nuovi elementi di reità ovvero a novità rispetto al quadro già delineato precedentemente.
Il tribunale di Ragusa procederà a convocare le parti nel rispetto dei termini di legge, ma per conoscere la data occorrerà attendere che il fascicolo venga restituito dalla Suprema Corte.