Mentre a Ragusa gli intellettuali discettano sui rischi di blocco del traffico derivanti dal confronto contemporaneo di cultura e arte, di libri e di canto, con una amministrazione comunque impegnata a soddisfare, al meglio, le attese per entrambi gli avvenimenti del fine settimana, come sempre avviene, Ragusa e il suo territorio sono terra di conquista della politica e dei politicanti.
Non più tardi di dieci giorni orsono, hanno rastrellato voti, oggi consegnano, ancora una volta, come da 60 anni, il territorio nelle mani di multinazionali che ancora non hanno spremuto del tutto il limone del nostro sottosuolo, che, secondo le fonti ufficiali, offre ancora qualcosina da estrarre, mentre, negli anni cinquanta, nel periodo del boom petrolifero, si diceva che galleggiavamo su una enorme piscina di petrolio.
Tant’è che ancora si sgomita per autorizzazioni e permessi che, con il silenzio compiacente della classe politica locale, sarebbe meglio dire per quello che passa come classe politica locale, superano ogni possibile ostacolo di autodeterminazione della popolazione interessata.
A Palermo la Regione Siciliana e il suo Presidente Rosario Crocetta hanno deciso che si può trivellare tranquillamente sul nostro territorio e tutt’attorno, anche a mare.
Da Crocetta, per finire ai politici locali, tutti maestri del comunicato stampa, nessuna nota ufficiale per informare delle decisioni, né prima, né dopo.
Le società sono le stesse attive sul territorio, quelle, per intenderci che provvederanno a cambiare le lampadine della pubblica illuminazione a Ragusa. Proprio noi non possiamo parlare, essendosi le ditte disobbligate da poco, casomai qualche altro Comune si potrà fare avanti se il numero delle lampade ‘fulminate’ renderà oscuro l’abitato.
Come al solito non intendiamo entrare nel merito delle scelte e delle decisioni, ma non si comprende perché si viene informati a cose fatte: il piatto è di quelli ‘’ricchi’’, senza ombra di dubbio, appunto per questo, forse, si vuole evitare di accrescere gli appetiti.
Le società petrolifere hanno deciso di intervenire con quasi due miliardi e mezzo di euro, l’ENI si occuperà di off shore e del consolidamento delle produzioni all’interno, per circa 1,7 miliardi, altri 700.000 euro saranno investiti da Irminio ed Edison. Per la Regione un utile di 300.000 da realizzare attraverso fiscalità e royalties.
Crocetta annuncia 7.000 nuovi posti di lavoro, Cancelleri del Movimento 5 Stelle parla della ‘’ più grande bugia degli ultimi tempi, cioè la promessa di 7000 nuovi posti di lavoro che non sono minimamente citati nel protocollo d’intesa e non sono neanche supportati da uno straccio di relazione tecnica.’’
Sempre secondo il capogruppo grillino all’ARS, ma come si può anche riscontrare da altre fonti, l’accordo ha le sue ‘magie’, quelle che stupiscono di più i tempi certi per le autorizzazioni, come non avviene per i comuni mortali, e l’abbassamento delle royalties, dal 20% al 10%, un ‘affarone’.
Il piano prevedrebbe lo sviluppo di giacimenti nel Canale di Sicilia (al largo di Licata e Pozzallo) e a terra (nel Ragusano), il potenziamento di 5 campi già esistenti e nuove esplorazioni per 5 pozzi.
In particolare, sviluppo di giacimenti nel Canale di Sicilia (progetti off-shore “Ibleo” e “Vega B”) e a terra (progetto on-shore “Irminio”), potenziamento della produzione onshore in siti esistenti (5 campi); realizzazione di attività esplorativa.
Il progetto off-shore “Ibleo’ prevede lo sviluppo dei giacimenti di gas metano di “Argo”, “Cassiopea” e “Panda” nel Canale di Sicilia, a circa 25 chilometri dalla costa di Licata.
Il “Vega B”, collegato alla piattaforma “Vega A”, già attiva dal 1987 a 20 chilometri a sud della costa di Pozzallo, ci interessa da vicino: al momento, c’è o sfruttamento del giacimento petrolifero e un deposito galleggiante da 110.000 tonnellate ricavato dalla trasformazione della ex-petroliera ‘Leonis’, il nuovo progetto prevede l’installazione di una nuova piattaforma, di due sealines di lunghezza 6 km per il collegamento tra Vega “B” e Vega “A”, e la perforazione di almeno quattro pozzi di sviluppo per la messa in produzione dell’area Vega B, le cui riserve sono state verificate con la perforazione di tre pozzi esplorativi tra il 1981 e 1992».
Nei pressi di Scicli, nella parte bassa della vallata dell’Irminio, dove, in atto, sono presenti tre pozzi, di cui uno in produzione, sono previsti interventi di manutenzione, perforazione di almeno nove pozzi di accertamento e sviluppo del giacimento, costruzione degli impianti di produzione e trasporto del greggio, potenziamento delle strutture di cogenerazione adeguate all’aumento della produzione di gas, infrastrutture per la consegna dell’energia termica (acqua calda e vapore) a imprenditori locali per l’utilizzo in campo agricolo.
Il programma della Lista Megafono di Crocetta, come fatto rilevare da Cancelleri, recitava: “Noi vogliamo che i nostri rappresentanti, che eleggeremo negli organi e nelle istituzioni nazionali, conducano una battaglia che dia la possibilità di ripristinare in modo naturale l’ambiente e il territorio. Non saremo mai più terra di conquista di qualsivoglia ipotetico soggetto imprenditoriale che possa utilizzare i nostri territori lasciando e seminando inquinamento e morte’’.
Altrettanto severe le critiche dei Circoli locali di Legambiente, di cui si può leggere in altra parte del giornale.