Ci giunge una nota del nuovo segretario cittadino del Partito Democratico di Chiaramonte Gulfi, avente per oggetto la situazione di inquinamento dell’acqua potabile in città.
Questo il testo integrale della nota:
INQUINAMENTO ACQUA POTABILE A CHIARAMONTE
Il Partito Democratico di Chiaramonte esprime tutta la sua preoccupazione per l’evoluzione della situazione che riguarda l’inquinamento dell’acqua potabile comunale.
Da aprile infatti è stata rilevato un inquinamento dell’acqua potabile che sarebbe dovuta alla presenza nelle condutture di acque provenienti dalla rete fognaria. Un fatto che mette a rischio la salute dei cittadini.
Abbiamo seguito la vicenda fin dall’inizio e abbiamo aspettato l’esito delle analisi e delle ricerche dei tecnici consapevoli che data la delicatezza della situazione qualunque intervento avrebbe potuto suscitare allarmismi nella popolazione.
Da ieri però la situazione è diversa. E’ stata infatti emessa una nuova ordinanza del sindaco (che segue una precedente del 11 aprile scorso) con cui si fa divieto di utilizzo dell’acqua pubblica anche in corso Umberto.
Nella prima ordinanza del 11 aprile, che individuava in sole 5 vie della città le zone “a rischio” si invitava la popolazione a non utilizzare l’acqua per usi alimentari “limitandone l’uso ai soli fini igienici”, cioè per le normali azioni quotidiani di lavarsi le mani o fare la doccia.
Nell’ordinanza di ieri, tra l’altro notificata agli interessati solo nella tarda mattinata di oggi, invece si legge che l’utilizzo dell’acqua è consentito” ai soli fini igienici e sanitari previa bollitura”.
Si è dunque aggravata la situazione? Quanto la salute dei cittadini è a rischio? Ma, soprattutto, nelle tre settimane trascorse tra la prima e la seconda ordinanza cosa hanno rischiato i cittadini utilizzando l’acqua senza “previa bollitura”?
In più, ed è la circostanza che ci preoccupa maggiormente, in questa nuova ordinanza si allarga al corso Umberto la “zona a rischio”.
Su questa via, che è la principale di Chiaramonte, e nelle zone adiacenti, insistono molte attività commerciali che somministrano alimenti (bar, supermercati, panifici) ma, soprattutto, vi sono la scuola materna comunale, la scuola alberghiera, un ricovero per anziani e un asilo privato.
Che cosa hanno rischiato i bambini, gli studenti, gli anziani, i clienti nonché gli stessi proprietari delle attività commerciali che hanno utilizzato l’acqua comunale in queste settimane e come devono comportarsi per i giorni a venire?
“Ad oggi non si è riusciti a trovare ed intervenire sulla causa dell’inquinamento – dichiara il segretario cittadino del PD Vito Marletta – e permane dunque la situazione di rischio per la popolazione.
Siamo consapevoli che tale ricerca sia complicata e dispendiosa ma ciò che non riusciamo a capire è perché non si fosse intervenuti già dal 11 aprile con le stesse misure precauzionali che solo ora si mettono in campo.
E ora, dato che nelle adiacenze delle zone interessate dai lavori di ricerca ci sono anche le scuole elementari e medie e l’asilo nido, non sarebbe il caso di allargare il raggio di queste misure eccezionali?
Al di là dell’emanazione quindicinale di ordinanze, chiediamo al sindaco di mettere in campo un’adeguata comunicazione alla cittadinanza che non si limiti alla semplice notifica di ordinanze scritte in linguaggio “burocratese” ma che possa aggiornare i cittadini sulla natura dell’inquinamento, sulla sua evoluzione, su quali siano esattamente i rischi per la salute e su come affrontare un disagio che potrebbe anche prolungarsi nel tempo”.