Leggiamo, finalmente, con piacere, una proposta dell’associazione Ragusa in Movimento che non è frutto di sterile propaganda politica, peraltro spesso rivolta verso formazioni politiche per le quali si è fatto votare, oppure rivolta, in maniera apparentemente costruttiva alla parte politica osteggiata fino alle elezioni immediatamente precedenti.
Questa volta il Presidente dell’Associazione Ragusa in Movimento, Mario Chiavola, pone all’attenzione la necessaria riqualificazione e valorizzazione delle edicole votive, le cosiddette ‘fiuredde’, presenti in gran numero sul nostro territorio.
In maniera assai opportuna Chiavola propone di predisporre un censimento, una sorta di mappatura, incaricando studiosi locali che potrebbero assolvere il compito nella maniera migliore.
Esistono pochi esempi del genere in Sicilia, attivare un percorso dedicato assumerebbe valenza in ambito culturale e turistico.
Non si tratta di opera di particolare valore artistico, molte, soprattutto nelle zone rurali, sono irrimediabilmente deteriorate dal tempo, ma vale la pena di catalogarle e di farne segnaletica di un tempo che fu attraverso percorsi all’interno della nostra terra e all’interno degli angoli più nascosti di Ibla.
Molti di questi capolavori si ritrovano, numerosi, nel quartiere Archi.
Si tratta di piccoli monumenti più o meno modesti, anche di semplici nicchie inserite nei prospetti delle case, simili alle edicole votive extraurbane di più chiara origine “agraria”.
Sono l’espressione di un culto spontaneo ma radicato, dei singoli come pure di gruppi di fedeli facenti capo ad una via o ad un quartiere.
La più monumentale delle edicole votive della città si trova imboccando alla fine del Corso Italia, la via XXIV maggio, la via che, proseguendo nel corso Mazzini, porta ad Ibla.
Senza dubbio la più sontuosa e la più maestosa delle edicole votive cittadine, fu eretta nel 1838 in onore della Madonna del Rosario in segno di ringraziamento per la fine di una epidemia di colera. Un’altra edicola votiva trovasi lungo la strada interna e rappresenta la ‘Fuga in Egitto’, scultura ben modellata del XV secolo.
Nelle vicinanze di piazza della Repubblica si possono ammirare diverse edicole: all’inizio della salita Commendatore si può vedere una piccola nicchia con due angeli che sorreggono una grande corona. All’angolo con la via Giusti c’è una edicola che rappresenta la Madonna del Rosario con in braccio il Bambino mentre porge il Rosario a San Domenico: nella scultura sono rappresentati anche San Giovanni, Sant’Antonio Abate e alcuni angeli. Poco vicino, all’inizio di via Giusti un’altra edicola rappresenta la Sacra Famiglia, più avanti nella stessa via un’altra che raffigura ancora la Madonna del Rosario.
Diverse altre edicole si possono scoprire nelle viuzze più nascoste di Ibla, alcune mantenute in un minimo stato di conservazione, altre ormai corrose dal tempo, svuotate dai vandali e dimenticate dalla gente.
Legate spesso alla religiosità popolare, le edicole votive erano inserite nei muri dei fabbricati, spesso poste agli incroci delle vie rurali e lungo il percorso delle processioni, diventando, spesso, identificazione toponomastica.
Quelle urbane erano legate al culto della Sacra Famiglia, oppure ai riti pasquali e delle Feste in onore del Patrono o del protettore di una categoria.