È proprio vero che non esistono più i dodicenni di una volta. Se una volta si trascorrevano i pomeriggi a correre dietro ad un pallone, oppure ad improvvisare sessioni infinite di nascondino, quel che accade in Canada in questi giorni è un segno dei tempi che stanno cambiando. Difatti, lo stato dalla foglia d’acero rossa ha nel suo taccuino un nome cerchiato in rosso.
Non è un boss, né un terrorista, bensì un ragazzo di dodici anni che sta dando del durissimo filo da torcere ai siti governativi. Il baby hacker è accusato di aver attaccato i siti della polizia e governativi canadesi per conto di Anonymous, celebre gruppo di “pirati virtuali” senza nome che aggrega persone in tutto il mondo.
Il Toronto Sun riporta che il ragazzo avrebbe già fatto la sua comparsa dinanzi al giudice per l’udienza preliminare, il che non gli avrebbe comunque impedito di recarsi a scuola, la “Notre Dame de Grace” di Montreal. Difatti, il dodicenne si è presentato in aula ancora con l’uniforme scolastica addosso, accompagnato dal padre.
Il suo avvocato lo scagiona da ogni colpa. Secondo la sua tesi il ragazzo è troppo giovane e pertanto non può esser stato spinto ad infiltrarsi in questi siti per scopi politici. Anzi (e qui ci rallegriamo per lo spirito “bambinesco” dell’impresa), la ricompensa per tale impresa, secondo quanto è emerso, non sarebbe stata altro che ludica. Lo studente, infatti, avrebbe ricevuto dei videogiochi per portare a termine le operazioni di hackeraggio a mo’ di ricompensa.
E dovrebbe averne ricevuti anche diversi, visto il successo delle sue imprese: i suoi attacchi al sito della Sanità Pubblica del Quebec, al sito del governo cileno ed a quelli governativi e delle forze dell’ordine avrebbero recato un danno complessivo di circa sessantamila dollari. Ora quale sarà la punizione inflitta dal giudice? Costringerlo a giocare all’aria aperta? Staremo a vedere!