Come era prevedibile il dibattito sull’istituzione del registro delle unioni civili è stato estenuante, lungo e a tratti anche nervoso. Una discussione monopolizzata, e non poteva essere altrimenti, dalla presentazione di quell’altra petizione che chiedeva una più ampia e serena discussione sul registro, sulla sua utilità, sulla necessità di istituirlo.
Circa 570 firme presentate due ore prima dall’inizio del Consiglio comunale, che hanno in qualche modo scompaginato i piani dell’Aula. Alla fine, però, la proposta di delibera è stata approvata, intorno alle 2 di notte, con 20 voti favorevoli, tra i quali registriamo quelli dell’opposizione di Giorgio Mirabella (Idee per Ragusa), Sonia Migliore (Udc) e Mario D’Asta (Pd), e cinque contrari, Maurizio Tumino (Pdl), Giuseppe Lo Destro (Ragusa Domani), Gianluca Morando (Movimento Ibleo), Giorgio Massari (Pd), Mario Chiavola (Megafono).
Durante tutta la prima parte del Consiglio, le opposizioni hanno lavorato affinché il dibattito venisse rinviato ancora una volta, magari di una quindicina di giorni, durante i quali l’Amministrazione si sarebbe dovuta fare carico di sensibilizzare, coinvolgere ed invitare la cittadinanza ad un dibattito aperto, sereno e approfondito sulle unioni civili e sulle coppie di fatto.
Mentre le posizioni dei vari consiglieri venivano espresse in Aula era curioso osservare l’andirivieni, a tratti frenetico, di alcuni consiglieri di minoranza verso un gruppo di spettatori, tra i quali spiccava l’avvocato Alfio Di Pietro, firmatario della petizione e forse autore della stessa.
Per il consigliere Lo Destro “ci troviamo dinnanzi allo scontro di due culture, l’una che vede nel limite un valore, l’altra che ha nell’abbattimento di tutti i limiti il suo valore. Se dovessimo rinviare anche di qualche mese la discussione di sicuro la cittadinanza non ci punirebbe. Non si parla in fondo del Piano regolatore”. Per Mario D’Asta “bisogna rispettare questi 570 cittadini, che con la loro firma hanno espresso una chiara necessità dinnanzi alla quale non si possono voltare le spalle”. Per Chiavola, invece, l’istituzione del registro è un passo epocale e perciò bisogna scongiurare fughe in avanti e cita la “gattina frettolosa, che fa i gattini ciechi”. Ma è il consigliere Morando che si spinge oltre e addirittura vorrebbe una preminenza della seconda petizione nei confronti della prima “in fondo sono 570 le firme contro le 350 dell’altra”. Così in barba a qualsiasi regolamento.
Nei corridoi nel frattempo si chiacchiera, come sempre, si discute, si confabula di queste 570 firme, del loro valore, del fatto che non sono state autenticate a differenza di quelle altre. Ma soprattutto di questa strana celerità o meglio del fatto che solo adesso tutti sono pervasi dalla voglia di portare il dibattito tra i cittadini. “Hanno avuto sei mesi di tempo, perché adesso? La proposta di delibera è stata pubblicata in ottobre”. “Sono le lobby cattoliche”, gli dice un altro. Ma ancora, “non ti dimenticare che c’è stato, il 25esimo anniversario della fondazione delle Cellule di evangelizzazione, lì hanno raccolto le firme”. Congetture, come chi vorrebbe, addirittura, l’interessamento di un nutrito gruppo, ascrivibile al Movimento cinque stelle, che, negli ultimi giorni, abbia girato le case di parenti ed amici per far firmare in fretta e furia la petizione.
Ormai, però, il dado è tratto. E’ il presidente Iacono a ricordare che la discussione è stata già rinviata troppe volte, che esistono delle regole e che bisognerebbe evitare di ingigantire un tema, certo, importante, ma dal quale non dipendono le sorti della città. Ma nessuno ha voglia di tirare la corda più del dovuto, non si ha nessuna voglia di esasperare gli animi e perciò indicono la conferenza dei capigruppo al fine di decidere una volta per tutte se rinviare o votare. Sono già passate cinque ore dall’inizio del Consiglio. Lì si decide per la votazione, che come abbiamo detto vedrà la vittoria dei si.
“La casa del Comune non – dichiara il sindaco Piccitto – guardare con favore solo ad una parte della società. Il compito dell’Amministrazione è quello di utilizzare le proprie risorse in favore di tutti i suoi cittadini, nessuno escluso. L’istituzione del registro delle unioni civili va inquadrato nella giusta ottica, è uno strumento importante pensato non a detrimento della famiglia tradizionale, ma – conclude il sindaco – come l’opportunità di estendere a tutti i cittadini i medesimi diritti”.