di Virginia Strazzeri
In prossimità di un bosco vivevano tre porcellini che, per mettersi al sicuro dal lupo che abitava nei paraggi, decisero di costruirsi tre casette. Il più volenteroso si procurò calce e mattoni, gli altri decisero di affaticarsi di meno e preferirono l’uno la paglia, l’altro il legno. In poco tempo e con poca fatica, la casetta di paglia fu pronta. Ma la debole costruzione non resistette al primo assalto del lupo. Bastò un semplice soffio e il porcellino si trovò senza riparo. Impaurito, corse verso la casetta di legno. Al lupo basto un soffio più vigoroso. In un attimo la porta cedette e ai due malcapitati non restò che correre dal saggio fratello. I tre fecero appena in tempo a chiudere la porta della casa di mattoni in faccia al lupo. Ora erano al sicuro. Il lupo capì che non sarebbe bastato soffiare per aprirsi un varco. Si accanì allora sulla porta, ma questa non cedette. Si arrampicò su un albero e pensò di sorprendere i tre porcellini entrando dal camino. Nella foga non si accorse che il porcellino saggio si era reso conto delle sue intenzioni e aveva acceso un bel fuoco nel caminetto. Vi cadde sopra. Così si allontanò di corsa e non si fece più vedere.
Quella dei “Tre Porcellini” è una fiaba che affronta il tema della crescita passando attraverso gli errori e le brutte esperienze. Così, come nella storia, anche l’uomo ha dovuto affrontare diverse esperienze: dalle caverne alle tende, dalle tende alle palafitte, dalle palafitte all’avvento dei mattoni, quindi le Domus Romane, i primi castelli nel periodo Medioevale, il Rinascimento caratterizzato dalla nascita di ville sfarzose, fino al 1800 quando iniziò a costruire le case con il cemento armato. Da lì in poi la nascita delle più svariate tipologie di abitazioni caratterizzano i giorni nostri. L’architettura strutturale rappresenta il punto di arrivo di un lunghissimo processo di evoluzione dell’arte del costruire. La conoscenza dello sviluppo che ha caratterizzato le costruzioni costituisce bagaglio imprescindibile per chi è chiamato ad intervenire sul patrimonio edilizio esistente. Patrimonio edilizio che ad oggi ci offre, oltre alle comuni costruzioni, una vastissima scelta tra le diverse tipologie abitative come i “prefabbricati”, le “case in legno”, e ancora le “case in vetro”, le “case di paglia”, le “case mobili” per concludere poi con gli ultimi impensabili ritrovati dell’ecosostenibilità e del riciclo.
PREFABBRICATI
Nel nostro Paese non vi è una vera e propria cultura della prefabbricazione, in quanto il termine prefabbricato è spesso associato a cosa di qualità inferiore e poco affidabile. Una soluzione in linea di massima provvisoria, lontana dall’idea di stabilità e solidità. Nulla di più sbagliato. Esistono diversi tipi di prefabbricati come quelli in cemento, gli industriali, i prefabbricati pronti all’uso o container e quelli in legno tipo chalet. Facilmente reperibili, offrono un’ottima alternativa per l‘utilizzo dello spazio, ideali per contesti lavorativi o abitazioni private. I container, ad esempio, rappresentano una soluzione costruttiva molto vantaggiosa grazie alla flessibilità data dalla loro forma modulare e alla resistenza strutturale. Estremamente leggeri, facilmente trasportabili, hanno una struttura portante in acciaio, composta da un vafer di lamiera coibentato con delle spume isolanti o con lana di vetro. Questi moduli abitativi si presentano molto spartani e oggi sono i più gettonati fra gli architetti che intendano stupire. Dallo stile urbano e un po’ industriale danno ampio spazio alla fantasia dei più creativi.
LEGNO
In paesi come Canada, Stati Uniti e in generale la penisola Scandinava, le costruzioni in legno hanno avuto notevoli capacità di sviluppo, in Italia, invece, sono ancora concepite come case di campagna, chalet o case vacanza. L’immagine che ne scaturisce è indubbiamente affascinante, ma mal si adatta a contesti cittadini. La differenza fra noi e loro sta in due fattori: uno di ordine logistico, riferito alla reperibilità della materia prima, e uno di natura più che altro socio culturale. E pensare che questo materiale ha infinite caratteristiche positive. Ha tempi e costi di costruzione notevolmente ridotti. Essendo un materiale molto leggero, è facile da trasportare, è inoltre facile da lavorare e da modificare. Il legno, infine, ha un’elevata protezione termica: è in grado di regolare naturalmente calore ed umidità, proteggendo l’abitazione dal freddo invernale e dal calore
estivo. Grazie alla sua bassa conducibilità termica, ogni casa costruita con questo materiale, è automaticamente una Casa a risparmio energetico.
PAGLIA
Gli ultimi ritrovati rendono necessario parlare della casa di paglia. L’immagine che spesso associamo a questo tipo di costruzione è quella della capanna, riparo improvvisato, senza confort, forse tipica abitazione del terzo mondo in cui le risorse economiche sono pochissime. Questo non è reale, oggi le case realizzate con balle di paglia esistono davvero e sono molto più sicure, robuste ed ecologiche di quello che si possa pensare. La paglia, materiale totalmente naturale, viene utilizzata nelle costruzioni sotto forma di balle pressate che sostituiscono il tradizionale mattone in terra cotta, andando a costituire il materiale per il tamponamento e l’isolamento dei muri e delle coperture. La struttura è solitamente in legno, un materiale naturale e con ottime prestazioni anti sismiche. Per il resto una casa in balle di paglia è a tutti gli effetti uguale ad una casa tradizionale: fondazioni, impianti elettrici, gas e luce, infissi, porte e sicurezza. La paglia, inoltre, non rilascia nell’ambiente sostanze inquinanti, ha un’elevata traspirabilità, garantendo sempre un confort termo igrometrico interno agli edifici con un notevole risparmio energetico.
VETRO
Futuristiche sono invece le abitazioni disegnate per sfruttare al meglio la luce solare e la bellezza del paesaggio esterno, utilizzano il vetro come materiale primario di costruzione. Le case in vetro sono architetture trasparenti in antitesi a quelle che hanno sempre fatto dello spessore murario il confine tra interno ed esterno. La diversa capacità nel percepire l’interno si mescola alla possibilità di trasmettere all’esterno il contenuto dell’edificio con un rinnovato apporto tecnologico. Con esse si ha non solo l’effetto trasparenza ma la smaterializzazione dell’involucro esterno. Le case in vetro mutano aspetto secondo le condizioni di luce, riflettono i raggi solari con un effetto specchiante o appaiono piatte, opache, mute. Se tenete molto alla privacy non è certo la casa che fa per voi.
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