Una notizia che lascia indubbiamente sgomenti. In Iraq sarebbe stata elaborata una proposta di legge (predisposta dal Governo) che autorizza il matrimonio delle bambine che abbiano compiuto i nove anni di età. Il motivo è presto detto: a quell’età avrebbero raggiunto la maturità puberale.
Naturalmente, sono scese in campo le organizzazioni per i diritti umani. In particolare, Hanaa Eduar, attivista per i diritti umani iracheni, ha dichiarato che la legge è “un crimine contro l’umanità” e impedisce che “una bambina possa vivere un’infanzia normale“. D’altro canto i difensori della legge islamica asseriscono che è diritto di ogni membro del popolo iracheno regolare il proprio status personale in linea con le indicazioni della religione e della dottrina. Le parole di Hussein Al Mura’abi, deputato shiita e leader del partito Fadila:
This is the core of the freedom. Based on the Iraqi constitution, each component of the Iraqi people has the right to regulate its personal status in line with the instructions of its religion and doctrine
Il disegno di legge (che deve essere ancora approvato dal parlamento) avrebbe il suo fondamento nella sharia islamica, e prevede oltremodo l’automatica custodia dei figli ai padri (con buona pace delle madri) e il diritto del marito a pretendere rapporti sessuali con la moglie quando ne abbia voglia.
Fonte: http://www.criticalibera.it/