La Safety della Rover è considerata la madre delle biciclette moderne. Il veicolo progettato e costruito nel 1885 da John Kemp Starley a Conventry, in Inghilterra, si prefiggeva, come suggerisce lo stesso nome, la sicurezza di un triciclo e la leggerezza e la velocità di un velocipede. La Safety, che aveva due ruote di dimensioni simili, ha rappresentato il primo passo verso la nascita di quello che di lì a poco divenne – e continua ad essere – il mezzo di trasporto più efficiente ed economico che sia mai stato inventato. È stata probabilmente il primo esempio al modo di quel formato standard di bicicletta dotato di tutti gli elementi base che vengono ormai associati a questo veicolo. Oltre al fatto di usare ruote dal diametro quasi identico, la caratteristica più innovativa della Safety era rappresentata da quello che oggi viene definito “telaio a diamante”: una struttura a forma di rombo o trapezio, formata da due triangoli dove i tre rubi di diametro superiore congiungono i tre perni che fanno da sostegno al sellino, il manubrio e la parte inferiore della forcella – ovvero il punto dove pedivella e pedali ruotano. Il triangolo posteriore è invece formato da tubi più sottili e sostiene il perno della ruota di dietro. Per la costruzione del telaio la scelta ricadde su tubi di acciaio incredibilmente leggeri e forti. Dopo aver subito per circa vent’anni un’evoluzione continua in molti paesi del mondo, la forma base della moderna bicicletta fu definita una volta per tutte e divenne uno standard. Nel frattempo, erano state aggiunte altre componenti chiave, come le camere ad aria pneumatiche di John Boyd Dunlop, la ruota libera di Ernst Sachs, i raggi delle ruote ad incroci tangenziali, ulteriori denti negli ingranaggi, e le marce. Tutte insieme, queste innovazioni permisero alla bicicletta di evolversi da giocattolo sperimentale destinato ai ricchi e visto con un certo sospetto, a mezzo impareggiabile, economico, pratico e robusto, adatto all’uso quotidiano e per tutti. All’epoca ci fu chi affermò che la Safety Bycicle fosse uno strumento inestimabile per promuovere l’emancipazione femminile.
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