di Virginia Strazzeri
Ogni idea, ogni azione, ogni progetto della società in cui viviamo è motivato da un unico scopo: migliorare le condizioni di vita degli esseri umani. Oggi la collettività è in possesso di strumenti e conoscenze che puntano a una visione futura della vita di ognuno di noi. A farla da padrone è la tecnologia, che sforna giorno dopo giorno novità che puntano al nostro benessere. Uno dei campi in cui essa si adopera a tal fine è la casa. L’avvento della domotica rappresenta al meglio come l’hi-tech si sia ritagliato uno spazio importante all’interno delle mura domestiche con una serie di servizi per i quali non si vedono ancora limiti all’orizzonte in materia di sviluppo. La tecnologia ci offre la promessa di un mondo in cui, grazie all’Internet delle cose, le macchine parleranno tra loro e agiranno a seconda delle circostanze per realizzare la nostra volontà. Ma quali sono le aspettative del mercato in termini di applicazioni, prodotti, canali distributivi e prezzi? In Italia l’attenzione è focalizzata principalmente sulla sicurezza, seguita a ruota dal controllo dei consumi energetici, gestione degli apparecchi e infine l’intrattenimento.
Il tutto qualora queste soluzioni uniscano efficienza tecnologica, facilità di utilizzo e accessibilità in termini di costo. L’attuale tendenza degli utenti è di realizzare impianti domotici sia in abitazioni nuove che in quelle ristrutturate. Se si considera che in Italia si costruiscono circa 300.000 abitazioni l’anno e se ne ristrutturano circa 700.000 con il completo rifacimento dell’impiantistica, ci si può fare un’idea sulle prospettive di crescita del business tecnologico. La nuova logica abitativa orientata verso spazi flessibili, non tanto in senso fisico quanto in senso funzionale, inoltre, impone un balzo in avanti degli operatori del settore che dovranno rispondere all’esigenza di un’integrazione tra progettazione dello spazio abitativo, progettazione degli apparecchi per la casa e progettazione dei sistemi di gestione e relative interfacce. Se il bisogno più richiesto è la semplicità di utilizzo, con un’unica interfaccia che dia la possibilità di accedere ai diversi comandi in maniera veloce e che permetta di cambiare il sistema o il servizio senza una riprogettazione dell’impianto, università, aziende produttrici e società di creazione e gestione software si stanno adoperando per rispondere alle nuove esigenza del mercato.
Samsung, ad esempio, sta lanciando la sua piattaforma domotica Smart Home, tramite accordi con singoli partner per coprire ogni possibile tecnologia casalinga. In questo caso però la scelta di usufruire del servizio Samsung sarà vincolata alla scelta dei prodotti appartenenti a tale circuito. Un interessante passo avanti è, invece, quello compiuto dai due colossi tedeschi Bosch e Siemens, che si sono appena uniti per creare Home Connect, una piattaforma aperta per controllare elettrodomestici tramite app su dispositivi mobili, che promette di interagire con un numero sempre più grande di apparecchi. È il classico caso in cui l’unione fa la forza. Dal versante accademico va citato il progetto di un gruppo di ricercatori delle università statunitensi Brown e Carnegie-Mellon che, con una ricerca presentata a Toronto in occasione della Conferenza sui Fattori umani nei sistemi di elaborazione, attraverso una serie di sondaggi ed esperimenti, ha determinato che un ottimo modo per tenere sotto controllo le nostre case domotiche sarebbe l’uso di un linguaggio di programmazione di tipo “trigger action”, cioè basato sulla semplice struttura: “Se succede questo… allora fai quello”. L’ispirazione è venuta dal sito www.Ittt.com, il cui nome è l’acronimo di “If This, Then That”. Questo permette agli utenti di combinare e sincronizzare i differenti social network cui sono iscritti (per esempio, stabilendo regole come: “Se qualcuno mette una tag col mio nome su una foto di Facebook, allora postala automaticamente su Instagram”). Dall’analisi portata avanti dal team è emerso che il 78% delle azioni possibili nella gestione domotica erano realizzabili con semplici strutture “se… allora”. Sarà quindi possibile creare un’unica interfaccia in grado di parlare a ogni dispositivo della casa? Tutto dipenderà dalla disponibilità dei produttori a usare standard aperti. Un futuro a portata di click con cui potremo controllare e gestire allarmi, riscaldamento, elettrodomestici e tenere sotto controllo i nostri consumi per un domani all’insegna del comfort e del risparmio.
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