Si terrà giorno 22 novembre al teatro Crystal di Palermo, la premiazione del concorso nazionale di poesia e narrativa “Inchiostro e anima” che quest’anno è stato dedicato a Franca Viola. Fra le finaliste, anche la poetessa chiaramontana Angela Dispasquale cha ha partecipato con tre lavori: “Ritratti di famiglia”, “Silenziosamente Marilù” e “Una foto in grafia”. Il nome del vincitore assoluto del concorso (e quindi della relativa poesia vincitrice) verrà reso noto soltanto durante la cerimonia di premiazione, ma Angela Dipasquale ha diritto alla pubblicazione della sua poesia nell’antologia del concorso che raccoglie tutte le opere degli autori finalisti. Quest’anno, dunque, il concorso indetto da “La carovana degli artisti”, ideato e fondato da Giusy Cancemi Di Maria, ha voluto dedicare il concorso a Franca Viola, la giovane donna che nel 1966 rifiutò di sposare con un “matrimonio riparatore” il suo stupratore. La vicenda si è svolta ad Alcamo, in provincia di Trapani, e sin da allora Franca Vola è diventata un’icona contro la violenza di genere. Tutto il ricavato della vendita delle antologie andrà in beneficienza ai centri anti-violenza della Sicilia, presieduti e diretti dalla dottoressa Raffaella Mauceri. Per chi volesse una copia o delle informazioni, può contattare il seguente indirizzo mail: lacarovanadegliartisti@gmail.com, oppure rivolgersi ad Angela Dipasquale. Per partecipare al concorso, dunque, era necessario affrontare il tema della femminilità e della violenza sulle donne. Angela Dipasquale,28 anni, ha già alle spalle diverse pubblicazioni in antologie (ha vinto almeno una ventina di concorsi di poesie) e un libro edito dalla casa editrice “Libro Italia” di Salvatore Fava che si intitola “Fermenti”. Una passione, quella per la poesia, che ha radici lontane.
Angela, quando hai iniziato a scrivere?
“Ho iniziato a scrivere a nove anni e il primo concorso a cui ho partecipato e che ho vinto a 16 anni è stato il premio “Mario Gori” a Ragusa con la poesia “Io, piccola Africa”.
Perché hai deciso di partecipare ad un concorso con una tematica così forte?
“Partecipo ai concorsi perché è un’occasione di confronto. Mi piace moltissimo incontrare i poeti durante le serate di premiazione, al di la del fatto di vincere o meno i premi. Penso che la partecipazione a questo concorso non sia stata casuale. Ho vissuto per qualche tempo a Palermo, una realtà dove ancora la violenza, al di là dei luoghi frequentati dalle élite, è ancora assai presente. Mi ha stupito che a Palermo in pochissimi conoscessero la storia di Franca Viola. Avevo nel cassetto questo inedito, “Silenziosamente Marilù”, che ho scritto ispirandomi ad una storia che mi è capitata realmente. Quando abitavo a Palermo facevo colazione in un bar tutte le mattine e lì ho incontrato una ragazza tutti i giorni. Abbiamo cominciato a prendere un po’ di amicizia, ci incontravamo tutte le mattine. Una sera, mi trovavo in giro con amici e, casualmente, ho visto in una strada lei. Era la ragazza del bar che faceva la prostituta. L’indomani l’ho di nuovo incontrata al bar, come sempre. E per la prima volta mi sono accorta di come la guardavano tutti gli altri. Anch’io adesso la guardavo in modo diverso, come loro. Aveva sempre le unghie laccate di colori vivaci e ticchettava sul bancone con un gesto nervoso. Quel giorno lo smalto era celeste e ho pensato: “chissà quanti uomini avranno toccato”. Lo smalto ricordava il colore del mare e ho pensato che forse, in questo mare, giorno dopo giorno, lei ci stava annegando”.
Le tue poesie trattano sempre tematiche d’attualità? Di quali argomenti parli principalmente?
“Confesso che non mi piace parlare solo dell’amore, come se questa fosse l’unica cosa che fa star male ai poeti. Nei miei lavori cerco di affrontare le condizioni dell’esistenza: la solitudine, la violenza, l’abbandono. Mi piace denunciare anche problematiche di tipo sociale, come la solitudine giovanile. Le mie poesie partono sempre da una condizione personale che si riallaccia al generale. Apparentemente, può sembrare una poesia semplice, ma dietro ogni singola parola c’è un concetto. Ci sono anche molti giochi linguistici”.
C’è una figura o una persona che ti ispira nella composizione delle tue opere?
“Mia mamma è stata tutto per me. Io scrivo per me, ma quando voglio che arrivino a lei certi messaggi, faccio in modo che legga. Con mia mamma parliamo anche attraverso le cose che scrivo”.