Giorno 8 Marzo si festeggia la donna; una ricorrenza internazionale che affonda le sue origini nella prima metà del novecento negli Stati Uniti. Era il 28 febbraio del 1909 quando il Partito Socialista americano, che in quella data organizzò una grande manifestazione in favore del diritto delle donne al voto, istituì questa festa. I temi alla base delle rivendicazioni delle donne erano sociali ovvero aumento del salario e migliori condizioni di lavoro.
In Italia la Festa della Donna fu celebrata per la prima volta nel 1922 con la stessa connotazione politica e di rivendicazione sociale; l’iniziativa prese forza con la fine del regime fascista.
L’8 marzo del 1946, per la prima volta, tutta l’Italia ha ricordato la Festa della Donna ed è stata scelta la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, come simbolo della ricorrenza. Negli anni a seguire la Giornata è diventata occasione e momento simbolico di rivendicazione dei diritti femminili (dal divorzio alla contraccezione fino alla legalizzazione dell’aborto) e di difesa delle conquiste delle donne.
Oggi la festa della donna rappresenta tutto ciò; rivendicazioni sociali, maggiori diritti, eguaglianza nei confronti degli uomini e soprattutto momento di riflessione contro le violenze sulla donna. Una vera società civile non può ancora oggi tollerare violenza sulle donne.
In Italia il numero delle donne vittime di violenza è in costante aumento. Il 2013 è stato un anno nero per i femminicidi, con 179 donne uccise, in pratica una vittima ogni due giorni. Rispetto alle 157 del 2012, le donne ammazzate sono aumentate del 14%. A rilevarlo è l’Eures nel secondo rapporto sul femminicidio in Italia. Numeri inquietanti perché testimoni della pochezza delle istituzioni nei confronti di tematiche così attuali.
Aumentano le violenze nell’ambito familiare, +16,2%, passando da 105 a 122, così come pure nei contesti di prossimità, rapporti di vicinato, amicizia o lavoro, da 14 a 22.
Anche nel 2013, in 7 casi su 10 (68,2%, pari a 122 in valori assoluti) i femminicidi si sono consumati all’interno del contesto familiare o affettivo, in linea con il dato relativo al periodo 2000-2013 (70,5%). Con questi numeri, il 2013 ha la più elevata percentuale di donne tra le vittime di omicidio mai registrata in Italia, pari al 35,7% dei morti ammazzati (179 sui 502).
La donna va tutelata perché permette l’evoluzione; la donna genera la vita e non può ricevere la morte dalle persone amate. E’ una questione morale e di civiltà. Bisogna sensibilizzare le nuove generazioni affinché si abbia il rispetto della vita e si contrastino le violenze di ogni genere sulle donne e tra gli uomini. Basta violenze sulle donne. Tanti auguri alle numerose donne che ogni giorno ci seguono con passione e curiosità.