Checchè se ne dica, cucinare nasce femmina e nonostante i migliori chef stellati siano quasi tutti uomini, ci sono alcune donne che l’etichetta dello “spadellare” solo per far da mangiare alla propria famiglia, proprio non riescono a farselo bastare.
Come la storia di Stephanie Cabibbo (nella foto), classe ’82, una giovane mamma ironica ed alla mano, che di professione fa la foodblogger: ogni giorno, nei vari social, propone una ricetta differente, dispensa consigli gastronomici interessanti, recensisce i posti in cui è stata e segnala i differenti eventi enogastronomici in città e dintorni; il tutto condito da foto colorate che immortalano ogni piatto nel più intimo particolare.
Così Stephanie, in poco tempo, ha rapito i foodie del web, non solo con ricette e metodi di cottura innovativi, ma anche con mise en place degne di nota. È una che non lascia nulla al caso, soprattutto tra i fornelli, luogo d’elezione in cui condividere con la famiglia e con gli amici un linguaggio universale fatto di cose buone, sincere e piene d’affetto, riuscendo a coccolare tutti attraverso il suo blog che ha intitolato:” Mastercheffa”.
É nato quasi per gioco, grazie al sostegno del marito e degli amici che, ogni giovedì, paletta alla mano e palato allenato, giudicavano i suoi piatti, basandosi principalmente su impiattamento e sapore.
Da uno a cinque. E man mano, mese per mese, anno per anno, gli amici “spietati”, ma di certo sinceri, la premiavano con voti sempre più alti. “È stata una bella palestra – sottolinea Stephanie – non solo perché dovevo reinventare ogni settimana piatti differenti e adattarmi al tema prestabilito, ma soprattutto perché accontentare e soddisfare i gusti di tutti non è mai semplice”.
Da allora e dopo diversi viaggi di lavoro e non (Africa, Germania, Spagna, Francia, ecc), sono trascorsi quasi due anni, e ad oggi il blog conta quasi 19.000 followers e quando “va male”, 3000 visitatori al giorno. Raccontare il cibo e tutto ciò che gravita intorno, significa parlare di una società e degli individui che la popolano; non è roba da poco, insomma.
Lei, però, non si prende mai troppo sul serio e quando raramente le capita di leggere commenti negativi alle sue ricette, risponde sempre con tono ironico e intelligente, conquistandosi di solito, il follower esigente. “A casa come il ristorante”, quindi, è il motto del suo blog: una cucina sofisticata, ma fatta con gli attrezzi di casa, come a voler dire alle casalinghe che ci possono provare e di certo riuscire e che non sempre “bello” è uguale a difficile.
“La soddisfazione maggiore, a tal proposito – continua – é quando le persone che mi seguono, riproducono le mie ricette complimentandosi per la bontà e semplicità del piatto. Ciò vuol dire che il mio tempo, la dedizione, il mio impegno e la costanza, sono stati ripagati a pieno”.
“Partire dall’idea che la felicità è consumare e sprecare meno e che il tempo dedicato alla cucina non è mai tempo perso” conclude.
Una visione del mondo che sa di recupero di tempi umani, di abbandono alla schizofrenia della quale ci siamo ingabbiati e di riccioli d’oro e manine in pasta che hanno quattro anni ed un nome:”Vittoria”, la sua.
Quella stessa bambina che ogni giorno siede sulle gambe della mamma e con attenzione imita ogni suo movimento e con l’obiettivo accanto al piatto, strizza un occhio ed esclama:” torta, sorridi!”.