Il segretario generale della Cgil Giovanni Avola rilancia le sue accuse sulla sicurezza e sulla salubrità negli ospedali «Maggiore» di Modica e «Civile» di Ragusa. Tali denunce sono state oggetto di un’audizione a Palermo, alla sesta commissione regionale dei Servizi Sociali e Sanitari presieduta dall’on. Pippo Digiacomo. All’audizione, richiesta dalla Cgil di Ragusa il 21 aprile scorso, hanno partecipato Giovanni Avola, il vice capo di gabinetto dell’assessorato regionale alla Sanità e Mario Palermo, in rappresentanza dell’Asp 7 di Ragusa, dirigente dell’assessorato regionale alla sanità (in una nota il direttore generale Maurizio Aricò (nella foto) ha informato la commissione di non poter essere presente per impegni urgenti e concomitanti). Giovanni Avola ha confermato quanto reso già noto agli organi di informazione: “Mi riferisco – dice Avola – alla mancanza di dispositivi di protezione individuale per il personale infermieristico, tecnico e autisti delle ambulanze e alla non adeguata manutenzione agli impianti termici e di condizionamento secondo norma e il loro collaudo”. In allegato, il segretario generale della Cgil ha depositato una relazione sulla componentistica relativa alla sicurezza e salubrità nelle cucine dei nosocomi del «Maggiore» di Modica, del «Civile» di Ragusa e del «Guzzardi» di Vittoria. In riferimento alle condizioni di salubrità dell’acqua al dipartimento di Salute Mentale del nosocomio modicano, è stata prodotta e depositata una documentazione fotografica. “Il dottor Palermo – si legge nella nota diramata dal sindacato – ha riferito e consegnato alla commissione una nota – denuncia inviata in data 22 aprile 2016 (prot. n° 0011077) alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa a firma del direttore Generale, Maurizio Aricò, con la quale si indicano i report giornalistici sull’argomento, con allegate copie, e con la quale si smentiscono le tesi del segretario generale della Cgil che viene accusato di aver generato «una inaccettabile situazione di allarme, alterando l’ordine pubblico, lasciando intendere la non utilizzabilità di interi padiglioni ospedalieri pubblici».
“Il presidente della VI commissione Digiacomo – prosegue la nota della Cgil – sulla scorta delle indicazioni emerse, ha disposto l’invio dell’audizione alla Procura della Repubblica di Ragusa sostenendo che gli appare contraddittoria la decisione legata alla distribuzione nei nosocomi di acqua minerale che non è coincidente con l’uso dell’acqua dei rubinetti che viene giudicata salubre. Un dato che potrebbe ingenerare un’ipotesi di danno erariale. Il presidente e la commissione – chiude il comunicato del sindacato – hanno preso atto delle audizioni ritenendo congrua la richiesta di un’urgente ispezione nei siti da parte dell’Assessorato regionale alla sanità”. «Ho confermato quello che avevo denunciato attraverso la stampa – commenta Giovanni Avola – a tutela non solo dei lavoratori ma soprattutto degli utenti e nel nome di un interesse generale alla quale la Cgil di Ragusa non potrà e non deve sottrarsi. La minaccia di un procurato allarme che ci viene rivolta dalla direzione generale dell’Asp 7 di Ragusa è ben poca cosa rispetto alla necessità urgente, seria e approfondita di verificare le condizioni di sicurezza e di salubrità nei nosocomi – conclude Avola – perché si lega alla tutela della salute dei cittadini».