Dopo avere partecipato al pellegrinaggio a Lourdes con l’Unitalsi, sottosezione di Ragusa, guidando per l’occasione il giubileo dei medici e degli operatori sanitari tenutosi al santuario francese, il direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della Salute di Ragusa, don Giorgio Occhipinti, ha promosso per quest’anno, in occasione del consueto appuntamento dedicato a San Luca evangelista, in programma martedì 18 ottobre, un percorso giubilare della Misericordia. Si terrà all’ospedale Civile di Ragusa, con inizio alle 16,30, e sarà rivolto ai medici e agli operatori sanitari. Il percorso sarà caratterizzato da sei tappe. La prima è “La Porta della Misericordia”, l’entrata dell’Ospedale Civile: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10,9). “Attraversare la Porta della Misericordia in un luogo di sofferenza – dice don Occhipinti – è segno di una vera conversione del nostro cuore. Il passaggio attraverso la Porta ci ricorda che dobbiamo spalancare anche la porta del nostro cuore per lasciare passare Cristo che ci spinge ad andare verso gli altri, in particolare gli ultimi, i sofferenti per portare loro il suo amore”. La seconda tappa è la croce che si trova in cappella. “La croce – continua don Occhipinti – è il pegno dell’amore. E’ sulla croce che “il Dio della creazione si rivela come il Dio della Redenzione”. Come diceva san Pio, Gesù non è mai senza la croce… e la croce non è mai senza Gesù. I medici e gli operatori sanitari sono chiamati dal Signore ad aiutare come il Cireneo tanti fratelli e sorelle a portare il peso della sofferenza e ad asciugare come la Veronica le lacrime di tante famiglie che vivono il dramma di pesanti patologie”. La terza tappa è l’acqua rappresentata dal giardino interno dell’ospedale. “Il senso del Battesimo – è chiarito – consiste nel credere che all’origine e alla radice della nostra fede c’è l’amore di Dio per noi. Rinnovare le promesse battesimali e segnarsi la fronte con l’acqua significa ricordare con gratitudine il proprio battesimo e riscoprire la gioia di essere immersi nell’Amore del Signore”. Quindi la quarta tappa è quella della confessione ancora una volta in cappella. “Accostarsi al sacramento con il quale veniamo riconciliati con Dio – spiega don Giorgio – equivale a fare esperienza diretta della sua misericordia”. Quindi la quinta tappa con la Luce in corrispondenza del giardino interno dell’ospedale. “Gesù Cristo – è sottolineato – è la vera luce in grado di illuminare ogni uomo. Accettare per fede di essere illuminati dalla sua Luce deve portarci a camminare nella luce e ad essere anche noi vera luce del mondo”. Quindi la sesta e ultima tappa con Maria salute degli Infermi nel giardino interno dell’ospedale. “Maria – è detto ancora – non solo custodì nel suo cuore la Divina Misericordia in perfetta sintonia con il suo figlio Gesù, ma in fretta, dopo l’annuncio dell’angelo, si mise in cammino per farne dono alla cugina Elisabetta. La dolcezza del suo sguardo ci accompagni a riscoprire la gioia della tenerezza di Dio e a farne dono con piccoli gesti quotidiani alle persone che incontreremo sul nostro cammino. L’impegno concreto che seguirà dopo i segni è quello di andare a visitare gli ammalati, ricordando che ogni porta dei reparti è una Porta santa perché conduce a Cristo che ci dice in una delle opere di Misericordia corporale: “Ero malato e siete venuti a visitarmi”. Un passo significativo”. Alle 18, nella stessa giornata, seguirà la santa messa in cappella per i medici e gli operatori sanitari, presieduta dal vescovo di Ragusa, Carmelo Cuttitta. “Ai medici e agli operatori sanitari – conclude don Giorgio – auguro di essere portatori di fede, servizio, gioia, speranza e amore”.
(nella foto da sinistra don Carmine Arice, direttore nazionale dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della salute, con don Giorgio Occhipinti)