Ha cresciuto intere generazioni di giovani ragusani liceali, alla prese con il latino ed il greco. E non pensate che si andava da lei per meritare la sufficienza, ma per eccellere.
Il saggio sa di non sapere nulla. È il tema dell’omelia. E non si accontenta del proprio sapere. Insegnava come ricercare il significato della frase, della parola. Insegnava a non accontentarsi della prima traduzione letterale, ma di ricercare il senso compiuto della frase.
E’ stata veramente una persona straordinaria. Non tutti meritiamo di sopravvivere nel ricordo delle persone: lei lo ha meritato.
Ma potendo scegliere di incontrare Socrate o Platone, ovvero Cicerone. Con chi si intratterrà primariamente? Cosa chiederà a Socrate? Non vorrete pensare che Lei desisterà dal porre ritualmente domande che attendono risposte da una vita intera? E’ il destino di chi ha scelto non la cultura per la cultura, ma la cultura dell’uomo per entrare nella testa dell’uomo e conoscere, e tentare di capire il perché delle cose.
Quante chiavi hai trovato Margherita per capire l’uomo? Forse troppe. E non avrai trovato conforto nel rivedere da dove è venuto l’uomo e verso dove sta andando.
C’era la famiglia, al suo ultimo saluto in chiesa, pomeriggio, fuori una pioggia scrosciante, ma c’erano anche i suoi alunni. La figlia Angela ha letto alcune preghiere, rivolgendo un pensiero particolare al mondo della scuola, perché possa trovare rispetto e serenità necessarie per crescere i cittadini di domani.
Ricordo il suo sorriso, la sua voce, il suo sguardo nascosto dagli spessi vetri dei suoi occhiali. Ricordo le cose che mio fratello mi raccontava di lei, e di come Lei ha contribuito a farlo diventare uomo, di come lo ha cresciuto. Ha insegnato imparando dai suoi stessi allievi. Insegnare è come un processo di osmosi: non puoi dare se non ricevi. Ha preso un poco da tutti, ha dato tanto a ciascuno di noi.
Non lo dimenticheremo, non la dimenticheremo.