Come per un avvenimento importante, in cui l’attesa accresce il desiderio e ci si prepara al meglio, così il PalaMangano di Palermo si è fatto bello, e gremito, per un grande spettacolo, in tribuna anche la tennista Roberta Vinci, omaggiata dal Presidente Mantia prima del fischio d’inizio.
Nel match d’andata di regular season al PalaPadua, la Nova Virtus aveva vinto 81-63; al ritorno, invece, Verderosa e i suoi erano riusciti a ribaltare la sconfitta con un ottimo 80-54.
Ma ai playoff tutto cambia, specie in una finale, ogni statistica, calcolo e previsione vengono messi in discussione, lasciando spazio ad un’unica certezza: è tutta da giocare.
E così è stato.
Si parte con un ritmo lento, costante per i padroni di casa che corrono troppo poco, non bastano infatti i canestri di Andrea Lombardo, il migliore con 23 punti, a ingranare il gioco giusto.
È proprio il numero 41 biancoverde a fine match, a confermare quell’emozione che aveva bloccato la sua squadra nella prima fase di gara, accendendo la speranza ragusana:
“Era la prima volta che vedevamo un PalaMangano così pieno, inevitabilmente siamo partiti molto contratti”
La difesa ragusana è la protagonista, fondamentale per siglare un primo parziale sopra di 3 punti.
L’aggancio palermitano avviene soltanto in chiusura dei primi 20’ con un “ritrovato” Williams, rientrato dopo più di un mese, a causa del caos tesseramenti degli atleti extracomunitari che ha colpito, tra le altre, anche la squadra di coach Verderosa.
I muscoli dei palermitani si riscaldano man mano e lo scontro inizia ad essere ad armi pari.
Prima Andrea Lombardo, poi la potenza fisica del centro statunitense permettono il sorpasso del Green ma Ragusa, non si lascia scalfire, anzi, stringe ancor di più la difesa e riacciuffa i palermitani con i punti preziosi firmati da Sorrentino, Licitra e Alfonso Gebbia.
Le pulsazioni cardiache accellerano, il pubblico sorregge i suoi, quasi come un padre fa con un figlio che ha bisogno di essere spronato, il solito Andrea Lombardo, affiancato da Giancarli, percorrono un sentiero difficile, frastagliato ma via via luminoso.
Difatti gli errori grossolani della Virtus, dettati dalla poca lucidità, permettono a Trevisano di rubare palla, proprio in un’ultima azione (creatasi dopo una conclusione sprecata da Mammana), e andare a canestro sancendo il 61-56.
“È fondamentale fare attenzione ai dettagli”- commenta coach Di Gregorio, gli stessi che hanno poi determinato l’esito della partita- dobbiamo evitare gli errori banali come canestri da sotto”
Pochi punti in questa partita, giocata maggiormente sul piano tattico, come si evince dai pochi punti segnati, perché come ricorda proprio il coach virtussino: “Queste sono partite che si vincono più in difesa”.
Ragusa adesso sembra rivivere la stessa situazione avvenuta durante le semifinali contro l’Aretusa Siracusa, e ancora una volta, è costretta a vincere giovedì prossimo, al Palapadua, per scrivere un altro pezzetto di storia del basket ibleo, “liberare la mente da tutto quello che è stato”- unica regola da seguire per Sorrentino e i suoi- provando ad avvicinarsi a quel sogno enorme, chiamato Serie B.