Come un loto ad ottobre mangiato a morsi, che ti lascia un effetto allappante in bocca, che ti chiedi e ti richiedi chi te lo ha fatto fare. Penso che la gente ha la bocca allappata dopo certi risultati elettorali, che ancora non riesce a dire parola. Non hai il tempo di dimenticare questo brutto sapore, che è già tempo di votare anche per le comunali di Ragusa, la città dei grillini, la città dove la politica di Grillo non ha più scuse, non ha motivo di protestare se non contro se stessa.
Mi piace pensare, meglio essere prudenti di questi tempi, che la gente ha smesso di votare fondamentalmente perché non trova aderenza tra le proprie idee e la attuale offerta politica.
E restando sul tema mi piace pensare che il senso civico, che è forte e radicato in ciascuno di noi, anche in quelli che oramai non hanno contatto con la politica, pretenderebbe comunque un impegno a favore della propria città, perché di fondo l’impegno civico non ha, non deve avere colore partitico.
Mettiamo da parte dunque le appartenenze e lavoriamo per costruire qualcosa di positivo, qualcosa che sia animato dal dialogo del fare, e non dal protagonismo esilarante di qualche arrivista, che pur di raggiungere il risultato è capace di vestire qualunque abito.
A me non sembra che possa esistere un civismo di destra, ovvero un civismo di sinistra, oppure un civismo di centro. Esiste invece un mettersi a disposizione della città, un donarsi ed un donare un’idea alla città. Ma occorre anche tanto “sapere ascoltare” la città.
Non è facile riuscire a mettere di lato le proprie ambizioni ed avere il coraggio e l’intelligenza di affermare che la tua idea è migliore della mia. Ma sta di fatto che il progresso e lo sviluppo di una collettività si è attuato solo in questa seconda ipotesi e quasi mai in regimi di dittatura ovvero di indisponibilità al dialogo da parte delle forze in campo.
Disponibilità, dialogo, donarsi, progresso, sviluppo, parole che costituiscono il vocabolario del senso civico.
Ma il gioco della democrazia è impietoso e non lascia scampo a nessuno, soprattutto ai buoni. Per questo è importante organizzarsi. Per questo occorre che il senso civico ricerchi la strada dell’unità, della rappresentanza collettiva, della condivisione delle idee, e lasci le ambizioni a terra, impari a prendersi carico delle responsabilità del ruolo con il necessario rispetto degli altri. Questo è il tempo delle idee ed è giusto che vi sia una fase di promozione del metodo e delle proprie idee, ma verrà un tempo, deve venire un tempo, per imparare a scoprire come andare d’accordo con gli altri, come sapere condividere le idee degli altri, come fare unità, come allargare la base di rappresentanza, come saper integrare anche i soggetti politici.
Se non verrà questo tempo della condivisione e della capacità di unirsi, il progetto civico resterà al palo come è successo tante volte, ovvero tutte le volte che uno si è sentito migliore dell’altro, ed entrambi sono rimasti a guardare quello che sicuramente era molto più scarso, ma ha fatto sintesi.
Allora ragazzi, facciamoci furbi: allarghiamo la base, condividiamo i percorsi e le idee, uniamoci. Siamo sicuramente la maggioranza. Domani andare a sentire Giorgio Massari è doveroso per solo per farsi un’idea e per comprendere come può evolvere il progetto del polo civico a Ragusa.