La prima cosa che viene da pensare è vergogna.
Vergogna perché non ci si aspetta da chi ha promesso trasparenza, chiarezza e la garanzia di una gara pubblica per ogni cosa, un provvedimento di questa portata.
Senza fare nessuna gara, senza stabilire nessuna caratteristica hanno acquistato un’app per il Castello Donnafugata pagandola una sommetta: 25.000 euro.
Puri e duri, non si sono piegati a chi richiedeva trasparenza e garanzia, e fregandosene di quello che poteva dire o pensare tutto il consiglio comunale e la gente, hanno affondato il colpo.
È chiaro che tutto ciò non poteva passare sotto silenzio. Non potranno passarla liscia. È giunto il momento di cominciare a tirare le somme di un quinquennio di grande superficialità e soprattutto di grandi bugie e di menzogne.
Menzogne sulla trasparenza che non c’è stata, menzogna sul favoritismo portato fino all’inverosimile, menzogne sulla totale incapacità e mancanza di volontà di aprirsi agli altri.
Non sono stati gli amministratori di tutta la città ma hanno amministrato solo ed esclusivamente con l’obiettivo di favorire una parte del loro consenso elettorale.
Sì esattamente una parte, perché hanno governato sacrificando abbondantemente l’altra metà di Ragusa.
Per un atto del genere chiunque di noi sarebbe già indagato e probabilmente posto in custodia cautelare. A loro invece, evidentemente, è consentito tutto o quasi tutto.
Stavolta però andremo avanti anche noi di Giornale Ibleo, raccoglieremo le firme contro questa vergogna, faremo noi la denuncia alla procura della Repubblica, andremo noi davanti alla corte dei conti.
Non vogliamo che i soldi dei ragusani siamo sprecati in siffatta maniera.
Tutti gli spazi di democrazia sono stati soffocati, tutti i sistemi di garanzia per le gare di interesse pubblico sono stati respinti. Non si fanno più gare, si lavora solo ed esclusivamente per intuito personale.
Il codice dei contratti viene tirato come una coperta di lana: una volta per coprire piedi una volta per coprire la testa. Non esistono norme univoche, non c’è una un metodo, cambiano le regole in base alle esigenze che vogliono proteggere.
Crediamo che tutto ciò abbia fatto il suo tempo ed occorre dire basta!
Noi lo faremo, andando avanti con una vera e propria indagine che condurremo sul nostro giornale passo dopo passo. In merito a questo problema andremo a sviscerare chi è il destinatario delle somme, che cosa fa e che cosa ha fatto finora per meritare 25.000 €.
Andremo a verificare chi altro poteva fare questo lavoro, probabilmente a meno prezzo. Andremo a chiedere il perché non è stata fatta una gara pubblica, una gara con un concorso che prevede espressamente la verifica dei requisiti tecnici. Lo faremo, lo faremo con calma, lo faremo a puntate, lo faremo nell’interesse di tutti noi per smascherarli una volta per tutte.
Nelle more, consentiteci di rivolgerci a loro come loro spesso si sono rivolti a tutti gli altri: vergogna!