In questa vicenda si riassumono alcuni elementi fondanti del paradosso grillino.
Primariamente abbiamo voluto allegare in coda a questo articolo la determina ed il disciplinare di incarico ovvero la convenzione che dovrebbe contenere per esteso il contenuto della prestazione, i suoi limiti, i parametri di controllo e la misura della congruità, cioè ciò che il prestatore d’opera deve compiere ed il limite sotto il quale la prestazione non si ritiene congrua.
Non voglio aggiungere altro perché la lettura è così chiara che non lascia nessun dubbio ed a dire di più si rischia di diventare faziosi, agli occhi dei nostri amici penta stellati che ieri non si sono curati molto del contenuto della notizia, ma da che parte proveniva. Il preconcetto come anticamera della verità. Massiccio.
Per la parte rimanente della comunità del web che ancora si interroga sul perché delle cose, vorrei invece svolgere due considerazioni brevi.
La modifica al codice dei contratti, legittima il dirigente protempore e dunque l’amministrazione ad affidare direttamente l‘incarico ad personam fino alla soglia di 40.000 euro. Questo meccanismo è stato introdotto dal legislatore per snellire le pratiche burocratiche delle pubbliche amministrazioni ed evitare le gare pubbliche che, a detta di alcuni burocrati, rischiano di far perdere tempo. Ma è evidente a tutti che tale meccanismo non è indicato come un obbligo, ma come una possibilità remota e straordinaria.
Perché l’interesse che ha il cittadino, l’operatore che svolge servizi per la pubblica amministrazione, è quello che vi sia il massimo della trasparenza, che tutti abbiano lo stesso trattamento e le stesse opportunità e soprattutto quello di essere informato su questo genere di affari.
Una forza politica che ha fatto di questo principio il proprio credo e che ha convinto i ragusani che la strada del cambiamento passava per la trasparenza ed il pari trattamento, l’interesse prioritario doveva essere di rendere pubblico l’atto alla collettività degli operatori economici che svolgono abitualmente questa tipologia di servizi e richiedere loro la migliore offerta in relazione alla migliore opera possibile.
Così invece non è stato. Raramente questa amministrazione ha utilizzato le prescrizioni dell’autorità anti-corruzione, ma ha fatto sempre ricorso a soluzioni border line, a volte anche pessime, come le proroghe infinite ai contratti di fornitura scaduti, oppure il frazionamento dei servizi per non incorrere nel limite obbligatorio della gara pubblica.
Emerge dunque in tutta la sua eclatanza l’inadempimento ed il fallimento del progetto politico grillino di rifondare la città partendo dal rispetto dei canoni di trasparenza, uguaglianza, pari trattamento etc.
Seconda considerazione: non emerge in nessun atto la portata e la valenza dell’interesse pubblico da raggiungere. Leggiamoli insieme questi atti, sono allegati in coda.
Dove affiora che occorre raggiungere questo particolare interesse pubblico? Da cosa si evince la portata insuperabile di quest’opera destinataria di un intervento economico cospicuo? Ti aspetti che qualcuno ti parli delle doti insuperabili del destinatario e ti chiedi perché lui e non un altro.
Ed invece? Nulla.
Ipotizziamo che domani mattina una nuova amministrazione, un nuovo dirigente, un nuovo funzionario prenda il posto del precedente: come farà a comprendere se l’operato dell’affidatario sia coerente con quanto richiesto, se quanto richiesto non è in alcun modo specificato?
Ecco perché, per tutto questo e per quello che vi diremo in questi giorni, mi pare opportuno ribadire con forza un concetto determinante: VERGOGNATEVI prima di tutto innanzi ai vostri elettori ed innanzi a tutti coloro che hanno creduto in voi, e vergognatevi nei confronti di una città per tutto quello che avete fatto e che non avete saputo fare come si doveva.