Ci si sofferma troppo sui fatti che hanno una valenza mediatica: 18 ore trascorse prima di una visita al PS fanno più notizia di una sala d’aspetto invivibile e dalla area irrespirabile, quando non vai a scoprire che, nell’attesa, l’utente A? andata a cercare il suo medico curante, A? andata a dormire a casa, se c’erano sabato e domenica di mezzo l’attesa poteva essere anche di 72 ore. e allora ne avrebbero parlato le televisioni nazionali.
Presto archiviata la nota di Ragusa in Movimento che riprendeva, fra l’altro, un fatto del mese di dicembre.
Pronta, e in parte giustamente stizzita, la nota di risposta dell’Azienda Sanitaria che, tramite l’Ufficio Stampa, parla, senza mezzi termini, di allarmismo sociale per creare preoccupazioni nella comunitA?.
Siamo d’accordo per l’allarmismo, invero la preoccupazione non ha bisogno di essere creata, né tantomeno incentivata perché A? abbondante in vasti strati della popolazione che non sanno cosa possono aspettarsi dal caos persistente nella sanità locale e nei pronto soccorso in particolare.
Ci preme precisare che la colpa del sovraffollamento nei PS A? degli operatori sanitari, perché si va in Pronto Soccorso fiduciosi e sicuri di trovare efficace rimedio ai propri malanni, la professionalitA? e l’assistenza sono tali da non poter essere inficiate da episodi di vario tipo, almeno cosé è convinto chi scrive che uscA? fuori, anni orsono, da un infarto grazie alla competenza e alla tempestivitA? di intervento dell’attuale Direttore del Pronto Soccorso del Civile che mi seguA?, addirittura, fini all’uscio dell’emodinamica di Ibla.
Ci sono, perA?, carenze strutturali che non possono essere sottaciute e che possono concorre ad un servizio che, nella sua globalitA?, viene considerato inefficiente.
E ci sono anche le ammissioni, come nel comunicato del dr. Noto, Direttore del Pronto Soccorso del Civile, di una grave carenza del personale, non sempre addebitabile all’Azienda: numerosi gli avvisi per incarichi banditi, ma ai quali non ha risposto nessuno.
Dei 41 medici in pronto soccorso, previsti dalla pianta organica dell’Azienda, ce ne sono in servizio solo 25, 10 a Ragusa, 8 a Vittoria e 7 a Modica, numeri che da soli dovrebbero provocare la necessità di un accesso al reparto di rianimazione.
Condividiamo in assoluto la necessità di considerare indiscutibili abnegazione e senso di responsabilità, di operatori sanitari, medici, infermieri e ausiliari, a cui deve andare il massimo senso di gratitudine della collettivitA?, espresso e sottolineato, nel comunicato dell’Azienda e da parte del Primario di Ragusa.
Ma A? indifferibile l’attenzione che dovrà essere riservata al settore, e ai PS in particolare, nella nostra provincia, come in altre realtàdell’isola.
Non A? ammissibile che i reparti debbano essere indotti a differire i ricoveri programmati perché c’è il picco della curva epidemica dell’influenza, non A? ammissibile che per una emergenza transitoria i PS devono essere sotto assedio.
Non funziona il sistema, non funziona la medicina di base, non funziona il sistema delle guardie mediche.
E’ inutile spiegare come funziona un PS, funziona benissimo, soprattutto se A? gestito ed A? usato per gli obiettivi per i quali è stato creato.
Occorre, piuttosto, che l’assessore di turno mostri le capacitA? di gestire un settore delicato: è evidente che chi c’è stato prima non è riuscito a risolvere nulla, non solo l’ultimo, perché alcuni mali vengono da lontano.
Ma non A? rassicurante nemmeno l’atteggiamento dell’attuale vertice della sanità regionale.
Come riportato da una testata di Trapani, alla quale l’assessore avrebbe rilasciato dichiarazioni, la nuova parola d’ordine sarebbe la rimodulazione della rete ospedaliera.
Varrebbe poco tutto il lavoro del predecessore, e molti se ne erano accorti, anche a Ragusa: sarebbero state riscontrate “carenze in alcune branche assistenziali e nella distribuzione territoriale delle varie discipline”.
L’ assessore Razza avrebbe avuto modo di riscontrare “la presenza di alcune ridondanze e duplicazioni che occorre razionalizzare in un’ottica di efficientamento del sistema”.
Razza ha poi preso in considerazione – con la condivisione del governo siciliano – le critiche dei rettori delle Università di Catania e Messina. Ecco cosa è stato denunciato: “L’ attuale strutturazione della rete ospedaliera rischia di pregiudicare la pianificazione didattica e la programmazione di talune scuole di specializzazione, stante l’imprescindibilitA? delle attività di didattica e di ricerca dall’ attività assistenziale”.
L’ assessore e la giunta Musumeci chiedono tempo a Roma per poter definire un nuovo documento di riordino della rete ospedaliera, mantenendo posti letto ed unitA? operative complesse, ma distribuendole in modo diverso, anche per eliminare contenziosi in corso e la stessa impugnativa dei rettori di Catania e Messina.
L’ assessore Razza vuole confrontarsi con i direttori generali delle Aziende Sanitarie che hanno posto dei dubbi sulla rete ospedaliera
Il centrodestra, all’ interno dei parametri e delle restrizioni volute ed imposte dal governo nazionale, punta ad un nuovo sistema sanitario sull’ Isola.
Tutto questo, se da un lato acclara la consistenza dei rilievi sollevati a Ragusa, ci riporta all’anno zero con la rete ospedaliera, le professionalitA? non potranno trovare ancora definitiva collocazione, ci si accorge che il caso, per noi gigantesco, dello stabilimento ospedaliero di contrada Cisternazzi diventa una quisquilia di fronte allo stravolgimento che si vuole imprimere alla sanità regionale, la mancata apertura del Pronto Soccorso di Modica equivale al disservizio di un bancomat bloccato, 18 ore di attesa all’interno di un sistema simile potrebbero diventare un’ambizione per molti.