L’ASD Città di Ragusa torna in campo al Selvaggio per affrontare il Real Aci, un altro scontro salvezza che si ripropone dopo la partita casalinga con l’Atletico Catania che gli azzurri si sono aggiudicati con il risultato di 6-1.
Il tecnico avrà l’opportunità di schierare la squadra migliore. Ci saranno tutti eccezion fatta per Marchese, Peluso e Spina infortunati. Per il resto, l’allenatore spera che possa essere ripetuta la stessa prestazione convincente di domenica scorsa, che permetterebbe di superare in classifica appunto l’avversario di domenica, avanti di un solo punto nella classifica.
L’allenatore ha voluto sottolineare come la squadra darà il massimo per onorare la maglia, nonostante non siano arrivate dal responsabile della società quelle risposte attese da troppo tempo.
“Vogliamo che i tifosi e gli sportivi possano accorrere in massa, per il bene della città, allo stadio. Perché il calcio a Ragusa non può e non deve scomparire. Anzi, speriamo in annate decisamente migliori.
Ma se non salviamo la categoria diventa difficile ripartire ancora una volta da zero.
Tutti noi, staff tecnico e prima squadra, stiamo facendo parecchi sacrifici e chiediamo solo che domenica il tifo ci spinga al fine di darci una marcia in più.
Grazie ai sostenitori potremmo superare anche questo ostacolo e poi guardare al futuro con un pizzico di fiducia in più. Ci contiamo davvero. Perché sappiamo che anche in occasione della prossima gara ci giochiamo buona parte delle nostre chance di restare in questa serie. E vogliamo fare il possibile, non lasciare nulla di intentato, pur di riuscire a centrare il traguardo”, questo l’accorato appello della squadra e dei tecnici che merita una risposta dalla città e dai tifosi che si devono stringere attorno agli atleti per offrire tutto il sostegno per una impresa che non è impossibile.
L’augurio di tutti è che il Ragusa calcio possa intanto salvarsi, rimandando a dopo i necessari chiarimenti per eliminare i debiti con i giocatori, in attesa che, comunque, gli attuali dirigenti, se così ci è permesso chiamarli, si facciano doverosamente da parte, per rispetto della città e della gloriosa storia del calcio a Ragusa che ha visto pochi momenti terribili come questi che sta attraversando.