In un post su facebook il sottosegretario Davide Faraone, del Partito Democratico critica Luigi Di Maio per la visita di solidarietà all’imprenditore Bramini, fallito per non aver ricevuto pagamenti dalla pubblica amministrazione per oltre 4 milioni di euro.
E la critica di Faraone si estrinseca nel puntualizzare a Di Maio come il maggior debitore di Bramini sarebbe il Comune di Ragusa, amministrato, da cinque anni, da un sindaco del Movimento 5 Stelle.
Arriva un primo comunicato stampa del Sindaco di Ragusa, Federico Piccitto, che interviene così in merito alle dichiarazioni rilasciate in un video sulla propria pagine facebook da parte dell’on.le Davide Faraone sulla vicenda Icom srl e ripresa dalle agenzia stampa:
“Le gravi affermazioni del sig. Faraone mi costringono, mio malgrado, ad un intervento.
Non posso assolutamente accettare che venga tirato in ballo il mio nome ed il ruolo che in questo momento rappresento a nome della mia città, su una questione che non riguarda assolutamente Ragusa, come sarebbe stato facilmente riscontrabile da una semplice verifica dei fatti.
Quindi ho già dato mandato ai miei legali di tutelare la mia immagine e quella dell’Amministrazione comunale nelle sedi opportune nei confronti di chi, evidentemente male informato e con dichiarazioni che non trovano nessuna corrispondenza nella realtà, prova ad infangare a livello nazionale il buon nome, storicamente riconosciuto. della mia città”.
Una nota nello stile contenuto e misurato del Sindaco di Ragusa. Diverso l’atteggiamento del candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, attuale Presidente del Consiglio Comunale che, finalmente, mostra gli artigli che la gente vorrebbe vedere sempre ostentati dai grillini DOC.
Queste le dichiarazioni di Antonio Tringali:
“Davide Faraone dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa.
L’esponente del Pd, invece di complimentarsi con chi, come Luigi Di Maio, ha incontrato un imprenditore onesto, che ha visto fallire la sua attività a causa di crediti non riscossi dallo Stato, sparge falsità e addossa la colpa al comune di Ragusa, che non c’entra proprio nulla.
Delle due l’una: o è in malafede o è ignorante.
Comprendiamo che il fallimento delle politiche del Pd nel Mezzogiorno e nel resto d’Italia, punite severamente dagli italiani che sono andati alle urne lo scorso 4 marzo, ancora brucia a Faraone, ma non per questo siamo disposti a tollerare le sue menzogne.
Il luogotenente di Renzi ha confezionato una figuraccia da matita blu. Pur di attaccare Luigi Di Maio, che ha manifestato appunto vicinanza all’imprenditore Sergio Bramini, che rischia lo sfratto per bancarotta, pur vantando crediti per 4 milioni di euro dalla Pubblica amministrazione, ha puntato il dito a caso, contro l’amministrazione 5 stelle di Ragusa, accusata di non aver trasferito le somme necessarie a pagare l’azienda di Bramini.
Ebbene signor Faraone, la verità è che i crediti spettanti all’imprenditore Bramini, e lo dicono i documenti ufficiali, derivano da un mancato trasferimento dell’Ato Ragusa, non del Comune di Ragusa!
E’ possibile che il navigato Faraone non conosca la differenza?
Le somme che Bramini vanta dall’ambito territoriale sono riferite, quindi, ai servizi svolti per la gestione delle discariche di Scicli e Vittoria.
Il comune di Ragusa, che faceva parte dell’Ato poi liquidato, conferisce da sempre in un’altra discarica, gestita da un’altra ditta.
E c’è di più: tra i soci dell’Ato, sempre documenti alla mano, Ragusa risulta esser stata sempre la più virtuosa nei pagamenti.
Non si agiti Davide Faraone, che in città abbiamo visto solo per cercare consensi per l’ex sindaco di Forza Italia, Nello Di Pasquale, oggi renziano di ferro, con una poltrona garantita all’Assemblea regionale: per questa volta non gli segneremo il 2 in pagella.
Ma studi, Faraone, e chieda scusa. Un po’ di vergogna, vedrà, le eviterà altre sonore bocciature.
Ps. Un consiglio. Magari vada anche lei a dare la sua solidarietà al signor Bramini, forse potrebbe imparare qualcosa”.
Una vicenda che, in tempo di campagna elettorale, non farà certo bene al Partito Democratico, trascinato, indirettamente, in una querelle a metà tra il serio e il faceto, per la macroscopica svista che un sottosegretario di Stato non può certo permettersi.
Il titolo di ‘signor’, rivolto dalla prima e dalla seconda carica del Comune di Ragusa, la dice tutta su come viene ridotto il plenipotenziario di Renzi In Sicilia, che, senza mezzi termini, si giudica in malafede o, addirittura, ignorante.
Tringali parla di menzogne dell’esponente democratico, di ‘figuraccia da matita blu’.
Precisa, ancora, che debitore è l’ATO Ambiente e i debiti si riferiscono ai servizi svolti per la gestione delle discariche di Scicli e Vittoria.
Ragusa non ha responsabilità, peraltro, oltre ad essere fra i comuni più virtuosi dell’ATO, ha, da sempre conferito in altra discarica gestita da altra ditta.
Di certo, i democratici, a tutti i livelli, sono nel pallone.