«Sono certo che Giorgio Massari potrà riprendere in mano tutte le iniziative in difesa dell’acqua dei nostri pozzi e potrà contribuire per la ridistribuzione dell’acqua della diga e del fiume, per completare e modificare alcune opere già realizzate dall’Esa e per riprenderci l’acqua che ci è stata tolta, soprattutto oggi che tutte le opere di canalizzazione sono state già realizzate»: è quanto afferma in una lettera aperta, indirizzata ai candidati a sindaco e al consiglio comunale e a tutti i cittadini, dal dott. Giovanni Licitra, chimico libero professionista, già responsabile per l’ambiente e protezione civile del Comune di Ragusa in qualità di assessore negli anni Novanta. Licitra, che ha dedicato buona parte della sua vita allo studio dell’ecosistema del fiume Irminio e a come Ragusa possa utilizzare al meglio le sue risorse idriche.
Questo il testo integrale della lettera rivolta ai candidati Sindaci e Assessori designati, ai candidati Consiglieri Comunali, ai mass media e ai cittadini ragusani
Oggetto: Lettera aperta in difesa dell’acqua dei nostri pozzi e del Fiume Irminio
– Canalizzazioni diga S. Rosalia – Rischio di inquinamento del Fiume Irminio e iniziative per la salvaguardia delle acque dei pozzi di C/da Arancelli e Lusia che garantiscono alla Città di Ragusa l’80 % delle acque per gli usi potabili.
– Proposte d’intervento per riavere l’uso dell’acqua che spetta alla città di Ragusa, da prelevare direttamente dall’invaso della diga S. Rosalia, dalla quale oggi ci è concesso il prelievo di una portata prossima a “ZERO MC”
La domanda è: quali sono le politiche e i programmi dei candidati Sindaci, degli Assessori preposti e dei candidati Consiglieri comunali nel quinquennio 2018-2023?
Dott. Giovanni Licitra Chimico libero professionista – Già responsabile per l’ambiente e protezione civile del Comune di Ragusa in qualità di Assessore della Giunta Massari bis negli anni 90
Si voterà il 10 giugno per il rinnovo del Consiglio Comunale e per l’elezione del Sindaco della Città di Ragusa
Come cittadino ho ascoltato e letto i programmi che i candidati Sindaci stanno divulgando e proponendo ai Ragusani.
Solo marginalmente, in qualche programma, ho riscontrato l’interesse (se non in modo sfuggevole) per il tema che riguarda la salvaguardia del Fiume Irminio e dell’acqua dei pozzi di C/da Lusia e C/da Arancelli, ubicati in prossimità dell’asta fluviale, a 5-8 Km dallo sbarramento della diga, che riforniscono per l’80% i cittadini e il territorio ragusano
Giorgio Massari è uno dei candidati a Sindaco che ha posto l’argomento nel suo programma anche perché conosce il complesso problema della diga, della vallata dell’Irminio e delle acque dei nostri pozzi.
I problemi del Fiume Irminio sono già stati affrontati nella Giunta Massari bis, negli anni 90, per la stesura del protocollo di intesa del 29/3/94, che è storia ma anche cronaca
Sono certo che Giorgio Massari potrà riprendere in mano tutte le iniziative in difesa dell’acqua dei nostri pozzi e potrà contribuire per la ridistribuzione dell’acqua della diga e del fiume, per completare e modificare alcune opere già realizzate dall’ESA e per riprenderci l’acqua che ci è stata tolta, soprattutto oggi che tutte le opere di canalizzazione sono state già realizzate
Il fiume Irminio è stato stravolto dalle opere realizzate dall’ESA a “nostra insaputa”, o meglio per l’indifferenza e l’assenza dei politici e delle Amministrazioni Comunali di Ragusa dal 1994 fino a oggi
Il fiume Irminio è stato stravolto dalle opere realizzate dall’ESA a “nostra insaputa”, o meglio per l’indifferenza e l’assenza dei politici, dei Sindaci e delle Amministrazioni Comunali di Ragusa dal 1994 fino a oggi
Nei momenti decisionali siamo stati sempre assenti, abbiamo lasciato agli altri la facoltà di decidere per noi. Ora è il tempo di alzare la voce e riappropiarci dei nostri pozzi, della nostra acqua, del nostro fiume, è il tempo di riprenderci quello che ci è stato tolto.
Le opere di canalizzazioni e l’uso delle acque della diga, utilizzate principalmente per uso irriguo dal Consorzio di Bonifica n°8, si sono rivelate “un’ inspiegabile ed irrazionale errore di pianificazione del bacino idrografico della valle dell’Irminio”, “uno scippo clamoroso per il territorio ragusano”, “un bilancio decisamente in rosso per l’area del Comune di Ragusa”, e in più hanno creato condizioni di rischio e potenziali effetti negativi per esistenza del Fiume Irminio e per la qualità delle acque dei pozzi comunali
Senza il fiume Irminio Ragusa è una città senza acqua.
Quasi tutta l’acqua che consumano i cittadini Ragusani proviene dalla vallata dell’Irminio
E’ bene non scordare i momenti drammatici, che abbiamo vissuto nel 2013 come ragusani, a seguito dell’inquinamento delle Sorgenti Misericordia, Oro-Scribano e dei pozzi B e B1 di C/da Arancelli ed la moria di pesci nel 2015 a valle del potabilizzatore
Non si può escludere che la realizzazione del lotto 1 che ha messo “il fiume in un tubo lungo 14 Km” per trasportare l’acqua per usi irrigui dall’invaso della diga fino alla vasca Scicli, in C/da Cuturi, abbia trasformato il fiume Irminio in un torrente o vallone, quasi a secco nei periodi di siccità, abbia stravolto l’ecosistema fluviale, abbia influito negativamente sulla qualità delle acque delle falde che garantiscono l’approvvigionamento idrico della Città di Ragusa, abbia ridotto il “deflusso minimo vitale” e quindi il potere autodepurante del fiume, la capacità di scambio tra l’alveo e il subalveo e abbia messo a rischio l’esistenza dello stesso Fiume Irminio.
La futura Amministrazione Comunale, ha l’obbligo morale e politico di intervenire per la salvaguardia del Fiume Irminio e dei nostri pozzi, per approntare possibili varianti condivise con gli altri portatori di interessi, i Comuni di Modica, Scicli, Giarratana, il Consorzio di Bonifica n°8, l’ESA, l’ARPA Sicilia, le Organizzazioni Professionali Agricole (Cia, Coldiretti, Confiagricoltura), Ufficio del Genio Civile, l’ATO idrico, e porre le condizioni per migliorare lo stato del Fiume, dei pozzi e riavere quanto ci è stato tolto.
In assenza di un’Autorità di Bacino è necessaria, la riconvocazione della “Conferenza di servizio permanente per la diga”, della quale fanno parte i Comuni di Ragusa, Modica, Scicli, il Consorzio di Bonifica di Scicli, la Provincia Regionale di Ragusa, e l’ESA oppure convocare il tavolo tecnico permanente del progetto “Water in Core” (Agenda 21 locale), specifico per migliorare e recuperare il Fiume Irminio, compresa la Diga S. Rosalia, la Risorsa Naturale della Macchia Foresta della foce dell’Irminio, di cui fanno parte i Comuni di Ragusa, Giarratana , Modica e Scicli ed è funzionale alla stipola di un “Contratto di Fiume” per l’Irminio ed il suo bacino idrografico.
Si potrebbe cominciare con i dati e i documenti riportati nel “Rapporto sullo stato di attuazione dei programmi e delle intese per l’utilizzazione delle acque dell’Invaso S Rosalia” pubblicato nel 2005 dalla Provincia Regionale di Ragusa
Avevo già sollevato questi temi nel 2005 quando il lotto1 doveva ancora essere realizzato, nella qualità di ex Consigliere comunale e responsabile per l’ambiente e protezione civile del Comune di Ragusa, in veste di assessore nella giunta Massari bis negli anni 90 ed anche nella qualità di Chimico che per decenni ha esercitato la libera professione è ha espresso più volte il proprio punto di vista sulle problematiche inerenti le risorse ambientali del territorio ragusano.
Negli anni in cui ho avuto un ruolo politico mi sono interessato del problema del fiume Irminio, della diga e dell’acqua nella Città di Ragusa, ho contribuito attivamente alla stesura del protocollo d’intesa del 29/3/94, di cui molti parlano ma pochi effettivamente conoscono.
Pur se siglato nel marzo 1994, non è solo storia ma anche cronaca e riassume le problematiche inerenti il fiume e la diga dalla costruzione fino a questi giorni.
Oggi, come cittadino, intendo fare conoscere quanto mi è noto per la salvaguardia del Fiume Irminio e dell’acqua dei pozzi che riforniscono d’acqua la Citta di Ragusa.
E’ in gioco l’esistenza del Fiume Irminio, della nostra acqua e dei nostri pozzi.
Fra i principali elementi di dibattito che dovranno essere affrontati dai futuri Ammimnistratori della Città di Ragusa evidenzio:
1. La modifica del lotto1, condotta lunga 14 Km che trasporta circa 10 milioni di mc di acqua per uso irriguo dalla diga fino alla vasca Scicli, in C/da Cuturi.
Con l’intubazione direttamente dalla diga è stata ridotta l’acqua fluente da circa 200-300 l/sec a 50 l/sec ed è stato trasformato il fiume in un torrente che, soprattutto nei periodi di siccità, può mettere a rischio i nostri pozzi ubicati tra 5 e 8 Km dallo sbarramento della diga, dai quali il Comune di Ragusa preleva circa l’80 % delle acque per uso potabile.
Ritengo siano due le vie che si possono percorrere per migliorare la qualità delle acque dei pozzi e la vita dell’intero bacino fluviale: – rilasciare l’acqua direttamente dalla diga fino all’impianto di depurazione del Comune di Ragusa, per circa 8 Km, nel cui tratto sono ubicati i pozzi del Comune di Ragusa oppure la re immissione dell’acqua fluente nell’intero tratto di fiume che va dall’invaso della diga fino vasca Scicli, per circa 14 Km In entrambi i casi si potrebbero utilizzare per uso irriguo, al posto della più pregiata acqua invasata in diga, i circa 6 milioni di mc di acqua reflue depurata rilasciata in alveo dall’impianto di depurazione del Comune di Ragusa, ubicato in C/da Lusia, come era previsto nl progetto originario
2. Il Comune di Ragusa può prelevare Zero mc di acqua dalla diga, a meno delle poche decine di l/sec che dal potabilizzatore vengono sollevate in C/da S. Giacomo
Dovrebbe porre negli opportuni tavoli tecnici fra gli Enti territoriali interessati all’utilizzo dell’acqua del Bacino idrografico dell’Irminio, le proposte e le condizioni per riappropriarsi dell’acqua che spetta di diritto alla città di Ragusa.
Dobbiamo potere utilizzare acqua prelevata direttamente dall’invaso della diga S. Rosalia, che è giacente nel territorio comunale e dalla quale oggi ci è concesso il prelievo di una portata prossima a “ZERO MC”
La Città di Ragusa dovrebbe rivendicare, tra l’altro, i 2,6 milioni di mc di acqua per usi potabili da prelevare direttamente dalla diga, che gli erano stati concessi nei progetti esecutivi del 1986 per prevenire eventuali danni che i nostri pozzi potevano subire a causa della costruzione delle opere di canalizzazione delle acque della diga. Gli stessi 2,6 milioni di mc prima assegnati, ci sono stati poi sottratti con il ricalcolo e la ridistribuzione dei reali volumi di acqua utili invasati in diga
3. Nei programmi delle opere finanziati con L.R 24/86, il potabilizzatore (LOTTO 4 che ritengo opera non necessaria e inutile) doveva sollevare 30 l/sec di acqua sull’altopiano modicano e 20 l/sec sull’altopiano ragusano.
Per carenza di finanziamenti è stata, ancora una volta penalizzata la Città di Ragusa, realizzando soltanto la parte relativa al versante modicano, nonostante le reiterate richieste di variante del Comune di Ragusa , come si rileva dal prot del 29/03/94, condivise anche dai Comuni di Modica, Scicli, dal Consorzio di bonifica delle Paludi di Scicli, dalla Provincia Regionale e dall’ESA
Oggi si è ancora in attesa del finanziamento promesso per potabilizzare 20 l/sec di acqua della diga da distribuire lungo la dorsale ragusana fino a Marina di Ragusa.
4. Nello stesso protocollo del 29/3/94 (art 5) nell’ambito degli interventi previsti per la costruzione del Lotto 1 era stata programmata l’installazione lungo l’intera asta fluviale, a monte e a valle della diga di una rete di rilevamento strumentale per il monitoraggio in continuo delle portate, della qualità delle acque e dei dati idro-meteo-climatici. Anche questo sistema di controllo ambientale, per il disinteresse, per l’assenza dei Politici e Amministratori Ragusani non è stato realizzato
5. L’unica nota positiva per la Città di Ragusa, è stata la concessione per utilizzare, dopo il 2009, circa 500.000 mc di acqua (non potabile) nel semestre irriguo, con portata di punta non eccedente i 100 l/sec da consegnare nei pressi di C/da Camemi, da destinare a Marina di Ragusa
Il Comune di Ragusa sta già realizzando il potabilizzatore e la rete acquedottistica che per caduta porterà l’acqua a Marina di Ragusa fino al serbatoio di Gaddimeli e nelle contrade viciniori di Camemi, Gatto Corvino, Cerasa, Cerasella, Principe ed altre
I ragusani stiamo pagando il prezzo delle scelte progettuale fatte autonomamente dall’ESA, finanziate con LR 24/86, che ha privilegiato soltanto i propri interessi economici e non ha tenuto conto delle richieste di variante fatte dal Comune di Ragusa, dai Comuni di Scicli, Modica, dal Consorzio di bonifica della Paludi di Scicli e dalla Provincia Regionale di Ragusa.
L’ESA ha progettato le opere di canalizzazione assimilando il fiume ad un tubo, ignorando l’importanza paesaggistica, storica e naturalistica della valle dell’Irminio che è strettamente legata alla presenza dell’acqua fluente nell’alveo fluviale, alla riserva per il ripopolamento della trota macrostigma, alla riserva della macchia foresta della foce dell’Irminio, alle specifiche esigenze del territorio ibleo nel suo complesso e alla presenza dei pozzi del Comune di Ragusa
È oggi prioritario recuperare il tratto di fiume che va dalla diga all’impianto di depurazione del Comune di Ragusa, in C/da Lusia, sono circa 8 Km ove insistono i 10 pozzi di C/da Arancelli e C/da Lusia che possono erogare circa 12 su 15 milioni di mc/anno di acqua per gli usi potabili della Città di Ragusa
Dott Giovanni Licitra