Migranti e rifugiati: dalla narrazione ostile allo stile di narrazione” è il tema che h fatto da filo conduttore alle varie iniziative promosse da Fondazione San Giovanni Battista, Caritas Ragusa e Migrantes per celebrare ancora una volta la Giornata mondiale del Rifugiato in collaborazione con Unhcr.
Tanti i momenti che hanno anaimato le giornate dal 18 al 28 giugno.
La Giornata mondiale del Rifugiato è un appuntamento annuale, voluto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ha come obiettivo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla condizione di milioni di rifugiati e richiedenti asilo che, costretti a fuggire da guerre e violenze, lasciano i propri affetti, la propria casa e tutto ciò che un tempo era parte della loro vita.
Tanti gli appuntamenti in calendario a partire dall’iniziativa “Porte aperte #WithRefugees” con gli open day che si sono svolti nei cinque progetti Sprar gestiti dalla Fondazione da lunedì 18 a venerdì 22 giugno.
Momenti di festa e condivisione per far conoscere al territorio il lavoro quotidiano dei progetti e non far dimenticare mai che dietro ogni migrante c’è una storia che merita di essere ascoltata. Storie di sofferenze, di umiliazioni ma anche di chi sta riuscendo a ricostruire il proprio futuro, portando il proprio contributo alla società che lo ha accolto.
Tutti gli eventi sono organizzati con il contributo della Banca Agricola Popolare di Ragusa e del gruppo Ergon e in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e Assostampa regionale.
Oggi entrano nel vivo gli eventi conclusivi della Giornata del Rifugiato 2018, pensati ed organizzati dalla Fondazione San Giovanni Battista in collaborazione con la Caritas diocesana e l’ufficio Migrantes della Diocesi di Ragusa.
Oggi, alle 21, in piazza Hodierna, a Ragusa Ibla, verrà presentato il libro “Il mondo tra le dita”, frutto di un concorso nazionale rivolto agli Sprar e del progetto di alternanza scuola lavoro svolto con gli studenti del liceo artistico “Ferraris” di Ragusa.
A seguire l’atteso concerto dei Radiodervish che presenteranno in anteprima nazionale il loro nuovo cd, “Il Sangre e il Sal”.
Domani, alle 17.30, alla sala Avis ‘’Rosario Digrandi’’ di Ragusa si discuterà sul tema ‘‘I mezzi di informazione di fronte ai flussi migratori’’ con il giornalista Paolo Lambruschi e della ‘‘Situazione siciliana e i nuovi scenari del Mediterraneo’’ con Antonella Elizabeth Basilone, rappresentante Unhcr Sicilia.
Tutti gli appuntamenti in calendario potranno essere fruiti gratuitamente.
«Tendere la mano sempre verso chi ha bisogno, senza sé e senza ma, è sempre stata la linea della Chiesa e – ricorda il vescovo Carmelo Cuttitta – con questa consapevolezza dobbiamo operare una dimensione dell’accoglienza per chi scappa ed è perseguitato. Dinanzi alle migrazioni forzate dobbiamo aprire, non chiudere, al fine di creare insieme prospettive di futuro. A papa Francesco non sfugge la complessità del fenomeno e proprio per questo ha indicato vari punti per accrescere il benessere di tutti».
Gli eventi sono stati presentati ieri nel corso di una conferenza stampa. «Dobbiamo arginare il senti-mento di paura e di sospetto che si annida in chi parla di immigrazione e – spiega Renato Meli, presidente della Fondazione San Giovanni Battista – noi lo facciamo ogni giorno attraverso il lavoro, serio e competente, dei nostri operatori.
Per dare testimonianza di questo abbiamo organizzato cin-que ‘‘open day’’ nei nostri progetti Sprar ed abbiamo permesso a chiunque lo volesse di conoscere personalmente i nostri ospiti per capire che sono prima di tutto delle persone, degli esseri umani e non dei numeri o, peggio, delle minacce al nostro futuro».
Domenico Leggio, direttore della Caritas diocesana, ha ricordato che «sono tanti i conflitti dimenticati nel mondo, le carestie che colpiscono migliaia di nostri fratelli. Non possiamo non vedere questi fenomeni e cercare di porre in essere un aiuto concreto. Le politiche di discriminazione e di chiusura non hanno mai portato ricchezza o coesione sociale. Come Caritas accoglieremo sette eritrei attraverso la modalità sicura dei corridoi umanitari, metodo di accoglienza che sta portando buoni risulta-ti».
«La Chiesa – aggiunge padre Rosario Cavallo, direttore dell’Ufficio Migrantes – è preoccupata dai sentimenti di ostilità che si manifestano verso gli stranieri, anche tra cristiani. Tuttavia, esistono tante storie che lasciano ancora spazio alla speranza».