Un meccanismo assolutamente imprevedibile, che scatta al momento di apertura delle buste e che calcola, sulla base di tutte le offerte presentate, la soglia di aggiudicazione in un senso del tutto casuale, che può essere al rialzo o al ribasso. Nessuno, dunque, può organizzare “combine” o turbative prima dello svolgimento dell’asta.
E’ la formula, relativa solo ai bandi di importo sotto la soglia comunitaria, che le associazioni dei costruttori edili Ance Sicilia, Cna e Cna Costruzioni, Anaepa Confartigianato, Creda, Legacoop, Agci, Casartigiani e Claai hanno unitariamente individuato e proposto all’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, che le aveva appositamente convocate ieri in assessorato.
Falcone, infatti, allertato sul fatto che con la legge regionale in vigore gli appalti in Sicilia vengono ormai costantemente aggiudicati con ribassi attorno al 40%, avendo ricevuto da ogni associazione singole proposte di modifica, ha chiesto in tempi brevi una sintesi unitaria, che è stata, appunto, definita.
Il vicepresidente di Ance Sicilia con delega ai Lavori pubblici, Carmelo Salamone, sottolinea che “le associazioni delle imprese siciliane di costruzioni edili hanno redatto una bozza di modifica del metodo di aggiudicazione che comprime al massimo, anzi elimina, la possibilità di influenzare l’esito della gara e che, quindi, fa in modo che le procedure possano essere esperite nella massima trasparenza e legalità e che siano calmierati i ribassi esageratamente alti”.
Salamone, nel ringraziare l’assessore Falcone per la volontà dimostrata concretamente di portare in Giunta e all’Ars “una proposta di modifica che riporti ordine e credibilità in un settore che la crisi ha trasformato in una giungla”, e anche le associazioni per l’impegno di trovare rapidamente un percorso condiviso, confida che “tutte le istituzioni competenti e le forze politiche contribuiscano con identico spirito a portare presto all’approvazione di un provvedimento fortemente atteso dalle piccole e medie imprese sane che vengono quotidianamente scalzate da una concorrenza sleale favorita da una legge fatta male”.