“È una grande soddisfazione vedere l’area che la Camera di commercio del Sud Est ed il Comune di Catania hanno individuato come punto di partenza per il più grande Polo fieristico del Mediterraneo, che già prende vita con i primi due eventi inaugurati. Altri ne seguiranno, e ad oggi ci sono ben 22 prenotazioni per il 2019, ciò ci spinge a lavorare per superare i cavilli burocratici e per dotare il territorio di una infrastruttura strategica, non solo per il commercio. Si pensi per un attimo a cosa una fiera professionale muove nel campo dell’artigianato, del commercio, nei trasporti, nel turismo e accoglienza. Mi piace pensare che insieme si riesca a fare. Invece che parlare”. Così riportava un articolo di stampa su un quotidiano regionale, una settimana fa, citando le dichiarazioni del presidente Camcom Piero Agen. “E nel giorno dell’inaugurazione della ex Fiera Emaia – afferma il vicepresidente provinciale Confcommercio Ragusa, il vittoriese Antonio Prelati – prendiamo atto che oggi forse dovremmo parlare di riconversione del polo fieristico vittoriese piuttosto che di un rilancio, viste le prospettive attese. Il partenariato che comporrà la governance del polo fieristico catanese avrà come componenti la città di Catania e la Camcom. Ciò significa che, quanto attraverso una serie di mie dichiarazioni avevo sostenuto da presidente di Confcommercio Vittoria, è diventato una realtà in ambiti e provincie diverse rispetto a quella ragusana. Fare sostenere una fiera solo alla politica rimane una scellerata visione oltre che miope rispetto alle dinamiche produttive e alla crescita economica di ciò che si può rappresentare. La Camcom, oltre al Comune e alla consulta delle associazioni di categoria, non può prescindere dal ruolo di programmazione e scelta di indirizzi, cosa che a Catania si è saputo comprendere. Oggi la mia è una triste riflessione quando si pensa alla città di Vittoria e a un ridimensionamento delle possibilità di riorganizzare il rilancio della fiera”.
“Forse – continua Prelati – sarebbe meglio pensare a una nuova progettualità, o forse, come logica, fare sistema e rete con Catania. Pensare ancora di essere i più bravi, o pensare che la Campionaria di Vittoria, nel contesto del Sud Italia, sia l’unica realtà ancora rimasta in vita, è un grave peccato di presunzione perché i numeri e la contestualità di oggi dicono altro. Oggi, infatti, Vittoria è una città commissariata e ciò comporterà ulteriori ritardi che non ci possiamo permettere. Auspico che questa riflessione da componente Confcommercio provinciale possa servire per un dibattito aperto e pubblico che coinvolga le parti sociali oltre alla città. Ritengo giusto che queste componenti partecipino alla vita pubblica di una comunità e non subiscano ancora le conseguenti e scellerate scelte che la politica ha preso ancora prima dell’arrivo dei commissari. Mi piace pensare che insieme si riesca a fare, invece che parlare”.