Era il 25 novembre 2017: Angelo Aliquò non era più manager dell’Asp di Ragusa ma ritornò in città in una veste completamente inedita. Forse non tutti sanno, infatti, che il nuovo manager in pectore dell’Asp di Ragusa, è anche un apprezzato scrittore. Quel giorno, presso la libreria Flaccavento di piazza Poste a Ragusa, intervistato da Gianna Miceli, presentò il suo libro “Eri con me”, suo secondo romanzo dopo “Storie storte”. In attesa che arrivi la nomina ufficiale da Palermo, vogliamo ripercorrere quella giornata e scoprire, così, un lato diverso dell’uomo che andrà a ricoprire un ruolo così importante per l’intera comunità ragusana. “Eri con me” racconta la nascita di Francesco e Angelo, due gemelli perfettamente identici tanto da non poterli distinguere, cresciuti forti e senza paure con le loro “scarpuzze di pelle di lupo” che tenevano sempre perché simbolo della forza ereditata dagli avi. Avevano solo cinque anni quando, per un’ottusa e becera vendetta, fu progettato il loro rapimento. Solo uno dei due bambini, però, fu preso e poi ucciso.
Fonte d’ispirazione per Aliquò è stato un fatto di cronaca del 1946, avvenuto a Gratteri, con la scomparsa di un bambino ritrovato morto, chiuso in un sacco nel corso di un torrente, dopo un paio di mesi.
Nei suoi romanzi esiste un filo conduttore che lega alcuni elementi: il territorio e la sua gente, i bambini, il gioco, la condizione della donna, l’amore, gli animali e, infine, il perdono.
Importantissimo anche il ruolo che riveste il territorio, ovvero la Sicilia: questa terra intrisa di umori, sapori e profumi. La fisicità dei suoi luoghi, la sicilitudine, per dirla alla maniera di Sciascia, quel senso di appartenenza alla terra e alla cultura che costituisce un tratto distintivo di noi siciliani, e che si pone come metafora di una condizione esistenziale di universale valenza. Mario Tornello scriveva: “Ogni uomo ha nel cuore una sua città dove pensieri, sogni e propositi vanno a depositarsi per levitarvi con le proprie vibrazioni. Tale città interiore è quella che sorregge l’uomo nei momenti di sconforto ed allora diviene il porto dalle acque tranquille dove si arena l’anima”. In questa struggente e tristissima storia, che tocca dolorosamente il cuore e la mente del lettore, anche perché è tratta da un fatto di cronaca avvenuto nel lontano gennaio del 1946, affiora il corpo intatto dell’innocenza aggredita, un’immagine di violenza che spesso, purtroppo, ritroviamo nella società contemporanea. “Eri con me” è un romanzo attualissimo che parla del triste fenomeno della violenza sui bambini e sulle donne. Un romanzo che, se letto ancora oggi, felicemente godibile e decisamente interessante.