Apparentemente, ci troviamo di fronte ad una storia semplice: le vedove di tre criminali decidono di portare avanti il colpo progettato dai loro mariti dopo che questi hanno perso la vita durante una rapina. Invece, ci troviamo davanti ad un capolavoro di genere che riesce a raccontare attraverso un thriller intelligente tutte le contraddizioni dell’America a marchio Trump: Widows – eredità criminale, è l’ultimo film di Steve McQueen, scritto insieme a Gillina Flynn, adattamento per il cinema una serie tv degli anni ’80 e ’90: Le vedove. L’azione si svolge in una Chicago più buia che mai, al centro di una feroce campana elettorale, in un distretto lontano dal grande circuito turistico: una periferia multietnica, dove la politica è il riflesso diretto di una guerra tra bande.
Alle mogli, dopo la morte dei capi, spetta l’ingrato compito di restituire il denaro rubato dai mariti. In caso di fallimento, a minacciarle è il senatore candidato della comunità afro-americana. La sfida è fra di lui e il non meno losco Colin Farrell, la sua controparte bianca. Protagonista è Veronica Rawling (Viola Davis): ha vissuto una “favola nera” essendo la moglie di Liam Neeson, criminale di spicco. Hanno sfidato insieme il razzismo e l’ordine costituito, comprese le strutture del crimine organizzato. Al suo fianco, Michelle Rodriguez, una donna di origini latine e Alice Gunner, ex ballerina classica di origine polacca, qui impegnata a correre sul filo, tra il baratro della povertà e quello dell’escort. Widows è un film a metà fra il thriller politico e l’azione pura e affronta a muso duro il declino della civiltà occidentale e l’ignoranza della società americana. McQueen si prende il suo tempo, non ha paura di annoiare lo spettatore: le sue sono inquadrature da autore e affronta con una certa grazia il dolore e le contraddizioni che queste donne hanno nel loro vissuto. Da una parte, infatti, restano le mogli di criminali senza scrupoli, dall’altra anelano ad una libertà che permetta loro di vivere ciò che gli resta cercando un po’ di serenità. Non diventeranno mai delle eroine, ma tirano fuori gli artigli per sopravvivere in un mondo crudele e diventano carnefici per necessità. Il colpo che pianificano, infatti, non è una ribellione, ma un tentativo disperato di salvarsi la vita. Da brividi Daniel Kaluuya che potrebbe diventare uno dei cattivi da antologia della storia del cinema.