Allestire un presepe non convenzionale, per lanciare un segnale spiritualmente molto forte da poter smuovere le coscienze in un momento in cui la solidarietà fra i popoli e l’amore verso il prossimo sembrano non avere più valore. E’ il senso del messaggio che arriva dal presepe multietnico inaugurato ieri pomeriggio nel nuovo ospedale di Ragusa, Giovanni Paolo II, che ha dato il via alle iniziative del Natale 2018 predisposte dall’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, in collaborazione con l’Asp 7. Un presepe fortemente voluto dal gruppo Agesci Ragusa 7. Il presepe è strutturato in tre blocchi. Il primo è la capanna dove è adagiato Gesù Bambino. E’ costruita in stile scout con pioli e castagnole opportunamente assemblati secondo l’arte tipica scout delle legature. La struttura è triangolare per ricordare la Santissima Trinità. Il secondo blocco è la struttura del presepe che idealmente ricopre tutti i continenti del mondo. “Abbiamo voluto sottolineare – spiegano gli scout – che Cristo è venuto indistintamente per tutti i popoli, da Oriente ad Occidente, credenti e non credenti, ricchi e diseredati. Infatti abbiamo rappresentato l’Oriente con il lusso delle pagode in contrapposizione alla povertà dell’operaio raccoglitore di riso nelle risaie; nella fascia sahariana e del Magreb (popoli la cui migrazione è molto presente nel nostro territorio) la tenda dei nomadi del deserto ed una carovana di cammelli; l’America dei nativi amerindi con la tenda e i loro idoli-totem; l’Oceania con una capanna tipica aborigena, l’Africa sub-sahariana con un caratteristico villaggio di capanne di fango; le terre artiche con gli igloo; infine tutto il mondo occidentale delle grandi città metropolitane con i grattacieli e i murales che i ragazzi hanno immaginato con la scritta Ragusa 7 e una fenice per simboleggiare la rinascita del gruppo. Qui abbiamo posizionato in primo piano un ponte che simboleggia la speranza di unire tutte le culture del mondo sotto un unico segno, quello di Gesù che nasce nel mondo”. Il terzo blocco è dedicato a tutti coloro che non hanno più niente al mondo, né casa, né amore, né dignità, né speranza. Ultimi tra gli ultimi. “Ringrazio gli scout di Ragusa 7 – sottolinea il direttore della Pastorale della salute, don Giorgio Occhipinti – per essersi fatti portatori di questo messaggio. L’allestimento del presepe è stato inserito nel contesto di una cerimonia molto emozionante. Miglior modo per dare il via alle iniziative del Natale 2018 in seno all’ospedale Giovanni Paolo II non poteva esserci. E le stesse proseguiranno domenica 16 dicembre quando, alle 10, in cappella ci sarà la santa messa che sarà caratterizzata dalla benedizione dei bambinelli da porre nel presepe. Il rito sarà animato dai componenti dell’associazione di comico terapia “Ci ridiamo su”. E sono certo che si tratterà di un altro bel momento. Per cui invito tutti a partecipare”.