Un appello alla Regione Siciliana presentato da Legambiente, Anci, Cgil, Cisl e Uil, Arci, Zero Waste e il WWF, per chiedere la realizzazione almeno un impianto di digestione anaerobica per provincia per chiudere il ciclo dei rifiuti organici differenziati e far decollare l’economia circolare in Sicilia.
“L’Isola ha bisogno di nuovi impianti di riciclo per archiviare la stagione delle discariche, altrimenti tutti gli sforzi per far crescere la raccolta differenziata e promuovere l’economia circolare sul territorio regionale saranno vani” si legge in una nota scritta a più mani delle varie organizzazioni coinvolte.
Secondo l’associazione ambientalista e le altre sigle, la Sicilia avrebbe bisogno di almeno un impianto a provincia per trattare l’organico differenziato, che rappresenta circa il% dei rifiuti urbani che produciamo: “Altrimenti questa parte continuerà a finire, riempiendole, nelle discariche producendo cattivi odori e percolato, o in impianti di riciclo lontani anche centinaia di chilometri, a costi insopportabili per le tasche dei cittadini, consumando gasolio, inquinando l’aria e rendendo sempre più insicure strade e autostrade”. Al momento, però, nessun impianto di questo tipo è stato autorizzato dalla Regione. Secondo Legambiente gli impianti migliori, più moderni, efficienti ed economicamente convenienti, sono gli impianti di digestione anaerobica, che producono compost di qualità e biometano per l’autotrazione o l’immissione nella rete di distribuzione del gas, e che hanno un impatto trascurabile sull’ambiente e sul territorio.
Senza la realizzazione di impianti di questo tipo, moderni e a basso impatto ambientale, tutto il lavoro sarà vanificato. A questo proposito, viene citato il modello Campano, dove la percentuale di raccolta differenziata ha sorpassato la Toscana e la Liguria, ma la mancanza di impianti costringe la regione ad inviare fuori i rifiuti.