Tre nuove sale arricchiscono di contenuti legati al passato della città il Museo Civico “F.L.Belgiorno”: sono quelle di Lumi (62) e Bilance (4), Armi (19 tra fucili, pistole e sciabole) e Documenti risorgimentali, Collezioni storiche e Libri antichi (16).
Sabato 16 febbraio scorso nella sala “Salvatore Triberio” del Palacultura è stata aperta alla pubblica fruizione a questa nuova collezione che, come ha sostenuto lo storico Giuseppe Barone, per la parte documentale introduce delle novità nella storia della Città e della Contea.
Una rivisitazione che sarà il frutto di uno studio sui testi antichi con l’obiettivo ultimo di creare un archivio storico di Modica grazie anche agli incunaboli del quattrocento e le cinque centine che sono conservati nella Biblioteca comunale “Salvatore Quasimodo”.
“Il museo restituisce memoria alla città, afferma Barone, e da orgoglio alla comunità.
Si deve compiere un lavoro di ricerca mettendo insieme tutte la documentazione necessaria, peraltro esistente, per realizzare un archivio storico della città: una sorta di laboratorio della memoria”.
Ma cosa contengono questi sedici faldoni appartenuti alla nobile famiglia dei Lorefice, un vero e proprio archivio privato, sui duecento quaranta complessivi ?
I manoscritti, compreso l’indice sistematico dell’intera opera, contengono alberi genealogici di molte famiglie nobili modicane vissute nel ‘500, ‘600, e ‘700. Si tratta del patriziato modicano delle varie epoche e ovviamente compresa la famiglia Lorefice, proveniente da Napoli nel XV secolo. Famiglia che ha una dimensione internazionale: Emanuele Lorefice, gesuita, compie la prima traduzione di Confucio e un teologo Giacinto Lorefice che scrive i tre volumi sulla Storia del Brasile.
I tre nuovi ambienti, come ha sottolineato il direttore onorario del Museo, prof. Giovanni Di Stefano, completano un polo museale di prim’ordine che comprende l’archivio Quasimodo, il ricco museo archeologico, il museo dello scultore Enzo Assenza, l’Eracle di Modica, la galleria degli uomini illustri e prossimamente altri reperti inediti e quindi mai osservati come i bronzi del mulino del Salto.
Il museo sta acquistando dunque una dimensione regionale. Interessante la documentazione risorgimentale con due lettere spedite da Garibaldi da Caprera (1863) e altra documentazione garibaldina che fa capo a due modicani che parteciparono alla spedizione dei mille.
“Stiamo mettendo a raccolta il nostro patrimonio d’arte, commenta il sindaco Ignazio Abbate, e lo illustreremo, con filmati, documenti e brochure, a Firenze il 22 febbraio p.v. in occasione di Tourisma, il salone internazionale di archeologia, in cui saremo presenti con un nostro stand. Come si vede non solo barocco, non solo Cioccolato ma anche il paesaggio e l’antichità in vetrina in un’occasione internazionale e assai prestigiosa”.
La nuova collezione è il frutto di atti di liberalità di cittadini che hanno voluto arricchire il museo di importanti testimonianze del passato donando il frutto della loro ricerca, delle loro risorse e della loro passione per conservare memoria e stili di vita appartenenti al passato.
“Quella di oggi, ha dichiarato l’assessore alla Cultura Maria Monisteri, non è solo un’operazione di valore culturale; lo valuto un atto dovuto di grande rispetto e gratitudine nei confronti di chi ha deciso di donare alla Città un patrimonio personale pazientemente custodito. Questo da per intero il senso dell’appartenenza a Modica e di questo siamo tutti particolarmente orgogliosi.
E noi trasmetteremo nel modo che sarà il migliore possibile questo nostro orgoglio partecipando alle fiere internazionali del Sud America, all’Oriente e in Europa unitamente ai Comuni del Val di Noto”.
La nuova collezione è stata poi illustrata al numeroso pubblico dalla signora Catia Bernava, responsabile delle collezioni del Museo.