“Uno strumento unico e innovativo per contrastare in modo efficace e omogeneo il fenomeno dell’erosione. Quello che sta per partire è il primo, grande intervento di tutela delle nostre coste dopo decenni di degrado e di azioni portate avanti senza una visione d’insieme”. Con queste parole il presidente della Regione Nello Musumeci, ha presentato ieri a Patti il primo Contratto di costa, denominato “Tirreno 1”. L’occasione è stata il convegno “Cosa resterà della costa” tenutosi nel cinema comunale di Patti.
Il Contratto di costa è lo strumento formale che consentirà di pianificare, coordinare e attuare tutti gli interventi di tutela integrata, prevenzione dei rischi di erosione, riqualificazione ambientale e valorizzazione su ottanta chilometri di costa, da Patti a Tusa. Le risorse già a disposizione per fare partire gli interventi sulla fascia tirrenico-nebroidea ammontano a 38 milioni di euro e provengono dal Patto per il Sud. Il convegno di Patti, introdotto dai saluti del sindaco Mauro Aquino, ha offerto la possibilità ai relatori di confrontarsi sul tipo di interventi da effettuare per neutralizzare i processi erosivi e sui passi avanti compiuti dalle scienze idrauliche.
Sono intervenuti il presidente della Regione Musumeci, l’assessore regionale del Territorio e ambiente Salvatore Cordaro; i docenti delle università di Messina e Catania, Giovanni Randazzo ed Enrico Foti; Filippo D’Ascola dell’Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale; il commissario straordinario per i rischi del dissesto idrogeologico Maurizio Croce; Giuseppe Battaglia, dirigente generale del Dipartimento dell’Ambiente della Regione siciliana; Salvatore Cocina, dirigente generale ad interim dell’Autorità di bacino della Regione; e Corrado Monaca responsabile dei laboratori di ricerca Betontest srl di Ispica.
La proposta di Monaca, che consiste nell’utilizzo di architetture in muri a secco per le opere di difesa dei litorali, ha messo d’accordo coloro sia coloro che, ancorati su posizioni ambientaliste, temono che le opere di difesa comportino un’ulteriore cementificazione dei litorali, sia chi ritiene necessario agire per arrestare i fenomeni erosivi. I manufatti in pietra a secco, infatti, sono realizzati senza cemento, concepiti nel pieno rispetto dell’identità territoriale, del paesaggio e delle sue stratificazioni eco-storiche ma in sintonia con i bisogni dell’uomo contemporaneo e con la necessità di attrezzare le coste per le esigenze dei turisti.
Dopo l’intervento di Monaca, che ha presentato anche i dati di una ricerca inedita sulla presenza di nanoplastiche nella sabbia della contrada Marza a Ispica e Granelli in territorio di Pachino sottoposte al fenomeno erosivo, il Presidente Musumeci e il Commissario Croce hanno assicurato a Monaca il secondo Contratto di costa, che interesserà dodici comuni e circa centocinquanta chilometri di litorali nella Sicilia sud orientale.
Il responsabile dei laboratori Betontest ha poi illustrato nel dettaglio il progetto realizzato dagli architetti del suo staff Rigels Pirgu, Enrica Fidelio e Sebastiano Maucieri, evidenziando la necessità di adottare nuovi sistemi di monitoraggio satellitare per “leggere” i cambiamenti in tempo reale e intervenire. “Non c’è dubbio – ha detto Monaca – che il Contratto di costa rappresenta un’occasione storica contro i fenomeni erosivi. Bisogna però avere una visione scientifica d’insieme, applicare le nuove tecnologie disponibili e saper rinnovare la nostra identità” partendo dalla realizzazione della rete “ondametrica” siciliana su trenta interventi dove posizionare sensori a terra e a mare collegati ad uno dei sistemi satellitari europei disponibili”.