Salvo Corallo è un grande musicista Ragusano che ha studiato in una delle accademie più importanti d’Italia, “Officina Pasolini”, dove è stato seguito da artisti del calibro di Niccolò Fabi e Tosca, tanto per citarne alcuni. Ora, Salvo Corallo collabora ad un progetto, diretto proprio da Tosca, che si intitola “Viaggio in Italia. Cantando le nostre radici”, dove vengono raccontate le radici della nostra Italia.
Lo spettacolo è interpretato dal collettivo AdoRiza, formato da 17 artisti, che hanno messo in scena uno spettacolo sulla musica popolare. La prossima rappresentazione è prevista il 24 aprile all’Auditorium del Parco della Musica, a Roma.
Lo scopo è quello di ridare lustro a un repertorio che rappresenta molto più di un bagaglio culturale della nostra tradizione. In realtà, stiamo parlando davvero delle nostre radici culturali, sin dal tempo dei greci e dei romani.
Uno degli interpreti è, appunto, il ragusano Salvo Corallo, che ha approfondito l’esperienza culturale e sociale dei cantastorie siciliani anche nella sua tesi di laurea. Per comprendere chi siamo dobbiamo approfondire ciò che eravamo: Salvo Corallo spiega il suo rapporto con la musica popolare in un’intervista rilasciata a “The parallel vision”. La musica popolare, accompagna la sua vita sin da bambino, sin dalle scuole. Non importa se si riesce a cogliere il significato delle parole. Ciò che veramente fa la musica popolare è creare un collegamento, le “radici” fra persone. Nello spettacolo, Salvo Corallo canta una canzone con alcuni passaggi in milanese e un canto friulano “Trita el giaz”.
Dalle Madonie, in Sicilia, fino a Pontebba, in Friuli, passando per la Maremma, il Molise Arbëreshë, la Napoli, quella vera, e la Sardegna. Un itinerario artistico, fatto di note e memoria, che fa tappa in ogni borgo o località d’Italia, per raccogliere i colori, i profumi e le voci della della musica popolare.
“Viaggio In Italia” ha debuttato nel 2017 ed è stato trasmesso in diretta su Radio 3 Rai in occasione del 70° anniversario della Costituzione Italiana. Lo spettacolo è curato da Tiziana Tosca Donati, Paolo Coletta e Felice Liperi e nasce da un laboratorio didattico all’interno dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini (laboratorio gratuito di alta formazione artistica e HUB culturale della Regione Lazio coordinato da Tosca, Massimo venturiello e Simona Bianchi) con lo scopo di far riscoprire ai più giovani un repertorio musicale che ci appartiene in modo ancestrale e che rappresenta molto più di un bagaglio culturale della nostra tradizione.