Martedì 16 aprile il giornalista e scrittore pugliese Pino Aprile sarà a Modica su invito della Società operaia di mutuo soccorso “Carlo Papa”. Nel corso della mattinata, il noto giornalista incontrerà prima gli studenti del locale Liceo classico al Palazzo degli Studi, e poi alle ore 11,30 gli operatori dell’informazione in una conferenza stampa nei locali della Società “Carlo Papa”. Il momento clou sarà alle ore 19,30, nei locali dell’ex chiesa di San Nicolò ed Erasmo a Modica Alta, dove Pino Aprile terrà una conferenza sul tema “Gap Nord-Sud: parliamone”. Ne discuteranno con lui Michele Armenia, docente nei licei; Carmelo Cataldi, giurista e scrittore; Girolamo Piparo ex dirigente scolastico ed editore di Ecodegliblei.it e Giorgio Casa, presidente del sodalizio. Porteranno il loro saluto il sindaco Ignazio Abbate e l’assessore alla Cultura Maria Monisteri. La serata vivrà anche alcuni momenti musicali, con il duo “Pino e Marcella”, e alcune letture attoriali a cura della poetessa Enza Giurdanella. Al termine, è previsto un rinfresco per tutti i partecipanti.
Pino Aprile, già vicedirettore di “Oggi” e direttore di “Gente”, ha lavorato in televisione con Sergio Zavoli per l’inchiesta a puntate Viaggio nel sud e a Tv7, settimanale di approfondimento del TG1. Si è occupato di vela e altri sport nautici, dirigendo il mensile “Fare vela” e scrivendo alcuni libri sul tema. È autore di vari best seller, pluri-premiati e tradotti in più lingue, editi tutti da Piemme. Come “Terroni” (2010), dal quale è stato tratto lo spettacolo teatrale omonimo con Roberto D’Alessandro e le musiche di Mimmo Cavallo; “Carnefici” (2016), che documenta le stragi compiute al Sud durante l’unificazione; “L’Italia è finita – E forse è meglio così” (2018), dove si parla del divario Nord-Sud, delle sue cause storiche ma anche degli scenari che attendono l’Italia e l’intera Europa.
Nei suoi libri, Pino Aprile ha “smontato” pezzo per pezzo, in maniera lucida e documentata, la vulgata risorgimentale, che voleva l’Italia meridionale povera e arretrata “salvata” dalle camicie rosse di Garibaldi e dagli eserciti dei Savoia. L’Unità d’Italia non fu altro che un progetto coloniale, seguito da una sistematica spoliazione di ricchezza, dalla smobilitazione degli apparati produttivi, dal trasferimento della forza-lavoro al Nord mediante l’emigrazione e dalla rimozione della memoria. Passando sul terreno della psicologia sociale, l’autore spiega la “costruzione” della minorità meridionale: un pregiudizio, nato a Nord e accettato dai meridionali stessi, che si sono persuasi della necessità e immutabilità della loro condizione. È dunque qui, in questo groviglio di cause sociali, storiche e psicologiche, che vanno ricercate le radici della Questione meridionale.