Sono ancora fin troppo poche le persone che hanno avuto modo di visitare e che conoscono la cappella dei Cappuccini di Comiso: un luogo in cui riposano alcune mummie ben conservate e che ieri è stata visitata, per la seconda volta, da uno studioso eccezionale: Dario Piombino-Mascali, antropologo specializzato in paleopatologia. La sua fama è legata soprattutto allo studio delle celeberrime mummie delle catacombe dei Cappuccini di Palermo e ad alcune apparizioni televisive su programmi scientifici e storici internazionali fra cui il National Geographic. Divenuto ispettore dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana nel 2011, nonché docente di storia della medicina all’Università degli Studi di Messina nel 2015, Dario Piombino-Mascali ha anche fondato e dirige il “Progetto Mummie Siciliane”, un progetto di studio attivo dal 2007 che si occupa di tutte le mummie siciliane rinvenute in chiese e cripte. Esso è volto a effettuare indagini storiche, biomediche e relative alla conservazione dei cadaveri, e non utilizza indagini invasive e dissezioni, come invece è accaduto da parte di altri gruppi di ricerca.
Dal 2010 è conservatore scientifico delle Catacombe dei Cappuccini a Palermo; tra le sue incombenze si occupa della preservazione della mummia della piccola Rosalia Lombardo, soprannominata la bella addormentata per il suo aspetto ben curato di bambina dormiente e compie approfonditi studi sull’imbalsamatore Alfredo Salafia riuscendo a svelare la composizione chimica della “formula segreta” da lui utilizzata. Ma, come dicevamo, Dario Piombino Mascali aveva già visitato la Cappella dei Cappuccini di Comiso: era già stato graditissimo ospite nel 2016 quando restituì alla città un antico cranio del ‘700 che era una rarissima testimonianza di un intervento neurologico effettuato nell’antichità. Il cranio era rimasto per circa 30 anni dimenticato nei magazzini del museo di anatomia patologica dell’università di Pisa, ma grazie alle attente e scientifiche ricerche di Mascali, è tornato alla sua sede naturale. Prima della visita alla cappella, si è svolta una conferenza di presentazione del suo libro: “Le catacombe dei Cappuccini”, presso il Museo di Storia Naturale di Comiso. Presente alla conferenza, il sindaco Maria Rita Schembari, padre Gino Alessi e Gianni Insacco, curatore del museo civico che ha spiegato quali sono le differenze fra le cosiddette “mummie”, i corpi imbalsamati e la tecnica della tassidermia, effettuando un excursus storico dagli egizi ai giorni nostri. Dario Piombino Mascali ha spiegato in conferenza: “Vorrei precisare che sono molto legato alla provincia di Ragusa, in quanto il mio bisnonno era di Modica. Le mummie sono un bene culturale a tutti gli effetti e sono tutelate giuridicamente. Ho riportato quel teschio a Comiso perché la proprietà culturale era della città”. Ma perché interessarsi di un settore così particolare come lo studio delle mummie? Piombino-Mascali, risponde: “Studiare le mummie significa interessarsi all’evoluzione umana. Le mummie di Comiso vennero indagate negli anni ’80 con tecniche invasive oggi abbandonate come le autopsie. Non escludo che in futuro possa essere effettuato un nuovo studio con tecniche radiologiche e certamente meno invasive anche su questi reperti. Acquisire queste conoscenze, permette di cristallizzare le nostre conoscenze e di farci un’idea della vita dell’epoca, delle malattie più diffuse e in generale dei loro stili di vita”. Dario Piombino-Mascali si è soffermato molto anche sul rapporto del concetto di defunto nell’Italia Meridionale: “Il morto diventa quasi un nume tutelare ed è collegato direttamente al Purgatorio e alle anime purganti. Chi è in vita si occupa del proprio caro defunto con messe in suffragio e si rivolge a lui per ottenere qualcosa in cambio, di solito protezione”.