Pompeo Colajanni, Comandante Barbato – un partigiano dalla Sicilia.
Questo è il titolo di un film di Enzo Rizzo che per iniziativa della CGIL di Ragusa, dell’A.N.P.I. provinciale sarà proiettato lunedì 29 aprile alle ore 18.00 al Cinema Lumiere a Ragusa (Via Archimede n° 214).
L’evento, che racconta la storia di un siciliano protagonista della resistenza antifascista, è promosso nell’ambito del 74^ anniversario della lotta di Liberazione dal fascismo e vi parteciperanno: il regista Enzo Rizzo, il presidente provinciale dell’ANPI, Gianni Battaglia e il segretario generale della CGIL di Ragusa, Peppe Scifo.
Il film nasce da un’idea di Giorgio Colajanni e Guido Politi, che vede come protagonista la vita di Pompeo Colajanni, nome di battaglia “Comandante Barbato”, figura di primo piano dell’Antifascismo, della Resistenza e della politica siciliana e nazionale.
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Note Biografiche
Avvocato negli anni venti, antifascista convinto e militante del PCI clandestino, si adoperò per la costituzione di un’organizzazione nella quale si ritrovarono i giovani repubblicani, socialisti, anarchici e comunisti, per questa attività subì perquisizioni e venne arrestato.
L’8 settembre 1943 Colajanni era in Piemonte inquadrato nel Reggimento “Nizza Cavalleria”, come tenente di complemento a Pinerolo, poiché gli era stato negato l’avanzamento a capitano per i suoi precedenti antifascisti.
Entrato in contatto con un gruppo di politici comunisti che a Barge nella Valle Po avevano costituito un primo nucleo di resistenza da cui avrebbero preso forma le Brigate Garibaldi del Piemonte (Ludovico Geymonat, Antonio Giolitti, Gian Carlo Pajetta), Colajanni si aggregò a questo gruppo con una parte dei militari del proprio reggimento, contribuendo ad organizzare e armare una delle prime formazione partigiana attive, denominata 1º battaglione “Carlo Pisacane”. Colajanni portò con sé in montagna una quindicina di membri del suo squadrone di cavalleria, tra cui i tenenti Carlo Cotti e Antonio Crua e i sottotenenti Vincenzo Modica”Petralia”, Giovanni Latilla “Nanni” e Massimo Trani”Max” che divennero i suoi luogotenenti e i capi delle formazioni garibaldine piemontesi durante la Resistenza.
Attivo e popolare tra i partigiani garibaldini, Colajanni prese il nome di battaglia di “Barbato” (in onore del medico socialista Nicola Barbato, protagonista dell’esperienza dei Fasci siciliani) e guidò attivamente la lotta partigiana, esponendosi spesso direttamente nelle operazioni di guerriglia.
“Barbato” divenne la figura centrale delle formazioni garibaldine del Piemonte e prese parte al continuo potenziamento delle forze partigiane nella zona; il 14 marzo 1944 divenne comandante della IV Brigata Garibaldi Cuneo e il 22 maggio 1944 assunse il comando militare della 1ª Divisione Garibaldi Piemonte. Dopo aver resistito ad una serie di operazioni di repressione nazifasciste in Val Varaita nel marzo e luglio 1944, le formazioni garibaldine di Colajanni mantennero la loro efficienza di combattimento e in parte vennero disperse a valle secondo la strategia ideata dallo stesso “Barbato” della “pianurizzazione”.
Finita la guerra inizia il suo impegno in politica. Divenne dopo sottosegretario alla Difesa nel Governo di Ferruccio Parri, e successivamente nel primo governo di Alcide De Gasperi. Inviato subito dopo in Sicilia, divenne consigliere comunale di Palermo. Nel 1947 fu eletto Deputato regionale in Sicilia per il Blocco del Popolo. Rimase per sei legislature fino a quando si dimise nel marzo 1969, ricoprendo anche la carica di Vice presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Fu eletto poi nel 1975 (subentrando a Vito D’Amico) alla Camera dei deputati a Torino, dove rimase fino al 1976.
Il suo impegno politico durò fino alla morte, infatti ricoprì diversi altri incarichi: Consultore nazionale, Membro del comitato centrale del PCI, Segretario delle federazioni comuniste di Enna e Palermo, Consigliere nazionale Anpi. Morì a Palermo l’8 dicembre del 1987.