E’ una tradizione che si perde nella notte dei tempi ed è riservata praticamente soltanto ai chiaramontani. Finita la festa della Madonna di Gulfi, dopo “a calata” verso il Santuario, è tradizione per i chiaramontani riunirsi in campagna e consumare il pesce d’uovo. Ci siamo chiesti: ma da dove ha avuto origine questa antichissima tradizione che ancora oggi continua a perpetrarsi nelle famiglie? Dare una risposta certa sui tempi non è stato possibile. Ascoltando i più anziani, è stato possibile capire che un tempo i chiaramontani avevano l’abitudine di portarsi il pesce d’uovo pronto già durante la festa, all’interno di alcuni contenitori. Una volta rientrato il simulacro della Madonna al Santuario, era solito consumarlo nei campi, a mo’ di pic-nic. Nel tempo, la tradizione è stata leggermente cambiata e oggi la maggior parte delle famiglie consuma il pesce d’uovo nelle proprie case o nelle case di campagna, in genere invitando amici e parenti. Inoltre, al pesce d’uovo è stata associata la classica “arrustuta”. Un’occasione, insomma, per festeggiare l’amicizia.
Il pesce d’uovo è la tipica frittata siciliana: viene preparata usando esclusivamente verdure, in genere di stagione: asparagi, “lassini”, fave verdi. Il nome pesce d’uovo deriva dal fatto che un tempo le classi meno abbienti usavano copiare i piatti dei nobili utilizzando materie più povere. In questo caso il pesce era sicuramente una proteina riserveta alle classi più avvantaggiate e così, le classi popolari, si limitavano a copiarne sostanzialmente la forma ma preparando un piatto d’origine contadina, a base di materie povere e di erbe spontanee.