“Solo per il caffè i bar potrebbero pagare fino a 1 miliardo di euro l’anno. Il credito d’imposta del 30% non basta. Se tutti cominciassero a pagare caffè e cappuccino al bar con il bancomat o la carta di credito, i locali si troverebbero a dover pagare commissioni insostenibili che potrebbero arrivare, per l’appunto, fino a 1 miliardo di euro l’anno. Stiamo parlando del 16% degli incassi derivanti dalla vendita di questi prodotti tale da rendere assolutamente inefficace il credito d’imposta del 30% a beneficio delle attività che accettano il pagamento con il Pos previsto dal decreto fiscale. Non è sufficiente: vanno azzerate le commissioni bancarie per i pagamenti almeno fino a 15 euro”. E’ il senso dell’allarme rilanciato da Confcommercio provinciale Ragusa, sulla scorta della presa di posizione formalizzata a livello nazionale, con riferimento al decreto allegato alla manovra di bilancio.
“Molte attività anche della nostra realtà territoriale – dice il presidente provinciale Gianluca Manenti – si troverebbero costrette a dovere sostenere spese ingenti, un’ulteriore stretta che metterebbe a rischio il futuro di numerose attività”. E Manenti aggiunge: “Un altro problema è quello dell’omesso versamento dell’Iva. Un ristoratore o un gestore di un locale che dichiara regolarmente l’Iva, ma poi salta un pagamento perché attraversa un momento di difficoltà economica, oggi rischia una condanna penale. Questo è un errore, perché non c’è alcun tentativo di frodare il fisco, ma solo una difficoltà contingente. Non è certo un atteggiamento che si può configurare come reato, piuttosto andrebbe depenalizzato. Il governo non deve restare distante o sordo al grido d’allarme di migliaia di piccole imprese che garantiscono un servizio eccellente e rappresentano un valore aggiunto per l’offerta turistica del nostro paese. Occorre rivedere questi aspetti e renderli più adeguati alle esigenze di un intero comparto”.